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Data: 21/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Compensi d’oro ai dirigenti provinciali. Ok della giunta: in sette si dividono quasi 700mila euro previsti dal contratto integrativo per posizione e risultato

Catarra: noi abbiamo tagliato spese e poltrone, ma restano meccanismi ingiusti

TERAMO Mentre l’ente Provincia è costretto a lottare per la propria stessa sopravvivenza con ricorsi e cause contro lo Stato centrale, mentre i servizi che dovrebbe erogare sono sempre meno e le imprese attendono da anni di essere pagate per le opere realizzate, mentre oltre cento precari sono a casa da gennaio e non si sa se e quando verranno ripresi, la giunta provinciale dà il via libera alla ripartizione, tra sette dirigenti dell’ente (i sei attuali Piergiorgio Tittarelli, Leo Di Liberatore, Piero De Camillis, Daniela Cozzi, Renata Durante e Antonio Zecchino più Agreppino Valente, andato in pensione nel corso del 2011) di quasi 700mila euro. Si tratta di soldi previsti dal contratto integrativo per posizione e risultato. Potremmo, insomma, definirli dei premi extra stipendio, riferiti a due anni fa. Il contrasto tra la situazione generale dell’ente e questa pioggia di denari destinata a pochi eletti è evidente e fastidioso. Tanto più in un momento di crisi economica, penuria di lavoro e stipendi da fame come l’attuale. Detto questo, va subito chiarito che non di scelta scandalosa si tratta, ma di un atto dovuto e automatico. Perché sono il contratto collettivo nazionale e gli accordi sindacali decentrati, firmati da tempo, a stabilire che per i dirigenti va accantonato un fondo per i trattamenti accessori. Sulla base di questo, il 15 maggio scorso la giunta provinciale non poteva non approvare la pre-intesa per il contratto integrativo della dirigenza. Il fondo 2011 ammonta a 683mila euro, comprensivo sia dei compensi in favore dell’avvocato dirigente (derivanti da condanna alle spese della controparte), 130mila euro; sia dei compensi legati all’attività di progettazione, circa 16mila euro. La ripartizione dei compensi tra i singoli verrà definita a parte. Sul web, ieri, la diffusione della notizia ha suscitato un’ondata di critiche, accuse e proteste che la Provincia ha fronteggiato con una nota nella quale chiarisce che il fondo in questione è diminuito rispetto al passato. Intanto, esso è stato rideterminato sulla base delle direttive dell’Aran – l’ente che sovraintende alla correttezza degli atti della pubblica amministrazione – riguardo ai settori affidati ad interim (dirigenti incaricati di settori vacanti oltre quelli di cui sono titolari): anche questi, dice l’Aran, vanno compensati. Nel corso del 2011 – specifica il direttore generale dell’ente, Gianna Becci, nel corpo della delibera – «vi è stata l’anomalia delle assegnazioni anche plurime ad interim ad uno stesso dirigente… una situazione che si è protratta anche nel 2012». La nota della Provincia chiarisce che «il Fondo, così costituito, risulta comunque inferiore di oltre 130mila euro rispetto al 2009 (663mila euro senza i compensi dell'avvocatura e senza le progettazioni) e si ridurrà ulteriormente nel 2012 arrivando a 485mila euro». Scende in campo anche il presidente Valter Catarra, che dichiara: «La volontà politica di questa amministrazione, in questi anni, è stata molto netta. Abbiamo ridotto i dirigenti da 14 a sette; i costi della struttura dirigenziale, dal 2009, si sono dimezzati passando da un milione e 785mila euro a 993mila lordi. Anche il peso del Fondo sì è notevolmente ridotto in quanto, dopo l’ispezione da parte del Ministero delle Finanze, è stato rideterminato correttamente. Detto questo, non c’è dubbio», ammette Catarra, «che nella pubblica amministrazione ci sono degli automatismi che andrebbero riformati perché non adeguati né alla situazione storica che vive il Paese né alla condizione specifica in cui versano gli enti locali. Il cittadino è spesso di fronte a cifre e dati che paiono incomprensibili e magari inaccettabili ma che fotografano una situazione in alcuni casi paradossale, perché mentre si tagliano i servizi ai cittadini non si interviene su meccanismi organizzativi e ordinamentali che renderebbero più equo il rapporto fra Stato e cittadino». Quello che Catarra non dice è che un paio di cose per diminuire la quantità dei compensi accessori destinati ai dirigenti la sua amministrazione poteva – e potrebbe ancora – farle: cambiare il regolamento, utilizzando criteri di valutazione più severi, e togliere gli incarichi ad interim.

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