PESCARA Il 1° giugno a L'Aquila, per ricordare che la ricostruzione è il punto da cui partire per rilanciare l'Abruzzo. Il 22 a Roma, alla manifestazione nazionale per ribadire che lo schema generale delle politiche nazionali ed europee va cambiato. Cgil, Cisl e Uil si preparano al doppio appuntamento anticipando, con i tre segretari regionali, le proposte che saranno girate a Governo e Regione.
Roberto Campo (Uil): «Vogliamo dare una scossa alla Giunta Chiodi dopo una fase di stallo che riteniamo ingiustificabile. Abbiamo già messo in piedi una serie di tavoli sulle criticità, dalla spesa dei fondi europei alle riforme della pubblica amministrazione e dei trasporti». E prima che la politica torni ad essere inghiottita dalla campagna elettorale, i sindacati chiedono che venga attuato un nuovo cronoprogramma degli interventi sul modello Presto 1, per dare risposte in tempi certi alle aree di crisi e alla spesa dei fondi strutturali 2014-2020, ai quali si aggiunge il miliardo di euro assicurato all'Abruzzo attraverso i finanziamenti europei accantonati per le cosiddette regioni di transizione.
TANTE COSE DA FARE
Gianni Di Cesare (Cgil) batte sul tema della ricostruzione: «Una delle cose più scandalose in Abruzzo è che gli edili sono in cassa integrazione. E quei 500 milioni di euro l'anno destinati all'area del cratere non bastano, ne servirebbero almeno il doppio per accelerare i tempi della ricostruzione e dimezzare quelli del rientro degli sfollati». Anche Maurizio Spina (Cisl) si augura un colpo d'ala della Regione nello scorcio di fine legislatura: «Ci sono ancora troppe cose da fare e non è secondario ciò che sta avvenendo. Troppi i ritardi nella programmazione dei fondi europei, anche per carenze della pianta organica della Regione, e persino nella chiusura delle discariche abusive, nonostante sia stata assicurata la copertura delle risorse».