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Data: 26/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Letta, summit a palazzo Chigi: nuovi tagli contro l’aumento dell’Iva

ROMA Nuovi tagli alla spesa pubblica per rastrellare le risorse con cui scongiurare l’aumento dell’Iva. E’ più o meno questa la sintesi del vertice celebrato ieri pomeriggio tra Enrico Letta, Angelino Alfano e Fabrizio Saccomanni. Perché è vero che il governo è «in fiduciosa attesa» che mercoledì la Commissione europea mercoledì chiuda la procedura d’infrazione per deficit eccessivo che lega le mani al nostro Paese. Ma è anche vero, come ha ribadito il ministro dell’Economia al premier e al vicepremier, che il paletto del rapporto deficit-Pil al 3% «resta invalicabile». «Non possiamo in alcun modo sforare il tetto fissato dal patto di stabilità», ha scandito Saccomanni.
«NON SI PUÒ SFORARE»

Parole prudenti, pronunciate per non allarmare Bruxelles. Ma è anche vero che l’Italia avrà qualche margine in più. «E maggiori spazi di manovra», come ha osservato Letta, pari a circa 8 miliardi: nel 2014, chiusa la procedura d’infrazione, il nostro Paese potrà infatti attestarsi su un rapporto deficit-Pil del 2,9%, senza scendere al previsto 2,3-2,4%, ricavando un margine dello 0,4%-0,5%. Più o meno 8 miliardi, appunto. Preziosi, ma pochi. Da qui la necessità di procedere con la spending review e i tagli. E di stabilire «le priorità», per dirla con il premier. Tra queste c’è evitare l’aumento dell’Iva e il rifinanziamento delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie. Partite contabili, però, anche per l’anno in corso.
Per il lavoro giovanile, la partita si giocherà al Consiglio europeo del 27 giugno. Con Alfano e Saccomanni, Letta ha discusso della road map verso il vertice. Tra le richieste italiane c’è la golden rule: la possibilità di scorporare dal deficit gli investimenti per l’occupazione. E ci sono l’uso del fondo sociale europeo e l’anticipazione al prossimo anno del piano di Bruxelles per l’occupazione giovanile: 6 miliardi di cui 800 milioni potranno andare all’Italia, con un ritorno (grazie al co-finanziamento nazionale) di circa 1 miliardo e mezzo.
Da registrare, secondo ambienti del Pdl, la soddisfazione di Alfano per il rafforzamento della politica economica che può consentire al governo di realizzare i punti programmatici per i quali questo governo è nato.

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