ROMA Vistoso calo dell’affluenza al voto in Italia, crollo a Roma. Secondo i dati diffusi dal Viminale alle 19 ha votato il 37,48% degli aventi diritto, contro il 44,70% della votazione precedente. Nella Capitale il calo è stato di 14 punti. Secondo il sito del Viminale alle 19 aveva votato il 29,79% contro il 43,56% delle ultime elezioni per il sindaco. Dopo le emblematiche piazze vuote della chiusura della campagna elettorale, si sta materializzando quanto paventato da tutte le segreterie politiche: la crescita del partito del non voto. Il trend negativo delle ultime politiche esce confermato dalla tornata amministrativa che avrebbe chiamato alle urne entro oggi alle 14 quasi 7 milioni di italiani alle urne per rinnovare 16 capoluoghi di Provincia e due capoluoghi di regione: Roma e Ancona. L’attenzione dei media è tutta su Roma dove la sfida è a quattro: Alemanno, Marino, Marchini e De Vito. Ma nei quattro comitati elettorali dei candidati nessuno è in grado di fare previsioni su chi danneggerà di più la bassa affuenza al voto. Molto interessante sarà anche il voto di Siena, un test importante dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, Qui Grillo spera di bissare il successo che ha portato Pizzarotti a diventare il primo sindaco 5 Stelle di Parma, enfaticamente ribattezzata come la Stalingrado grillina. E’ il primo test elettorale dopo la nascita del governo delle larghe intese. Per il Pd, partito entrato in crisi dopo l’elezione del presidente della Repubblica e il via libera al governo con il nemico di sempre, Berlusconi, è una prova importante per verificare la tenuta elettorale. Un risultato negativo, soprattutto a Roma, potrebbe creare nuove fibrillazioni in un partito che a breve comincerà la stagione congressuale che dovrebbe portare alla nomina di un nuovo segretario. La tregua tra le correnti, siglata sulla elezione di Guglielmo Epifani all’ultia Assemblea e quella tra Matteo Renzi ed Enrico Letta, potrebbe non reggere alla resa dei conti del voto. Anche il Pdl attende con ansia l’apertura delle urne. Silvio Berlusconi continua a ripetere che i suoi problemi giudiziari non incideranno sulla tenuta del governo. Letta durerà se farà le riforme che sono state concordate, avverte il leader del Pdl. In questa fase il Cavaliere non dà voce ai falchi del suo partito che non hanno digerito il governo con democratici. Tuttavia l’ex premier cerca conferme dei sondaggi che lo danno in costante crescita dalla nascita del governo delle larghe intese. Berlusconi potrebbe essere tentato di far saltare il banco e andare all’incasso del voto che con l’attuale legge elettorale, il Porcellum, gli garantirebbe una maggioranza schiacciante almeno alla Camera. Certo ci sono da considerare tutte le incognite di una scelta che certamente non sarebbe gradita da Giorgio Napolitano. Le urne resteranno aperte fino alle 14 di oggi. Se la tendenza non cambierà nelle ultime ore, va segnalato che il calo dell’affuenza è su base nazionale. In alcune regioni però è più marcato che in altre. In Piemonte alle 19 ha votato il 38,84% contro il 49,66% in Lombardia il 38,29 contro il 51,24, in Veneto il 38,43 contro il 52,25. in Liguria ha votato il 35,77 contro il 43,34. Da registrare il crollo dell’affuluenza in due regioni «rosse». In Emilia Romagna alle 19 ha votato il 37,86% contro il 52 della precedente tornata, in Toscana il 33,41% contro il 50,98. In controtendenza la Sardegna con un calo di soli 2 punti: 35,36 contro il 37,48%.