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Data: 28/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Aumento ticket sanitari verso lo stop. Costerebbe 350 euro a testa. Letta ai governatori: no ad altri balzelli. Ma le risorse Ue saranno disponibili solo nel 2014

ROMA L’aumento dei ticket sanitari previsto nel 2011 da Giulio Tremonti – un “prelievo” di 350 euro a testa (esenti esclusi) che porterebbe nelle casse dello Stato 2 miliardi – potrebbe essere scongiurato. «È una misura inaccettabile» hanno detto ieri a Enrico Letta i presidenti delle Regioni durante il vertice convocato a Palazzo Chigi per discutere di Sanità, crescita, fisco e riforme istituzionali. «Anche io – ha replicato il premier – non voglio che i cittadini si trovino a gennaio con questo ulteriore balzello». Il provvedimento per evitare l’entrata in vigore degli aumenti è già allo studio dei ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Economia, Maurizio Saccomanni, che stanno lavorando all’ipotesi di compensare il blocco dello scatto con i risparmi di 2,7 miliardi di euro ottenuti nel 2012 con la riduzione della spesa sanitaria, voce già indicata nel Documento di programmazione economica. La nuova copertura, se si riuscirà a far quadrare i conti, potrebbe essere inserita dentro la prossima legge di stabilità o nel patto per la Salute, ormai scaduto, del quale il premier e i governatori hanno cominciato a discutere ieri. «L’aumento sarebbe una misura insostenibile, collocata in un contesto drammatico che ha già registrato nel 2013, per la prima volta nella storia, un decremento di un miliardo del Fondo sanitario nazionale rispetto all’anno precedente», ha avvertito il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Per questo fondamentale, ha detto il governatore delle Marche Gian Mario Spacca, è anche «l’eliminazione del taglio di un miliardo, ricostituendo il finanziamento del 2012 al Fondo». Letta ha aperto anche alla possibilità di allentare i vincoli delle finanze regionali, mettendo fuori dal patto di stabilità il co-finanziamento per gli investimenti, e assicurato la disponibilità a istituire la Commissione mista sui ticket sanitari, oltre al coinvolgimento delle Regioni nell’iter per le riforme costituzionali (che inizia domani in Parlamento) e all’avvio della Commissione per il coordinamento della finanza pubblica, che affronterà la questione del federalismo fiscale. Proprio sulle tasse, scintille si sono registrate tra Errani e il governatore del Piemonte Roberto Cota, che a nome dei colleghi della Lega, Luca Zaia e Roberto Maroni, ha consegnato al premier una lettera in cui si chiede che il 75% delle tasse siano lasciate nei territori. Critica anche la presidente dell’Umbria Catiuscia Marini: «Partire oggi da posizioni precostituite può essere un freno al cammino del federalismo fiscale». Ai governatori il premier ha chiarito che la chiusura della procedura dell’Unione europea per deficit eccessivo avrà impatto solo nel 2014, senza produrre l’effetto di liberare risorse già quest’anno. L’anno prossimo, secondo il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, l’Italia avrà a disposizione una cifra tra i 7 e i 12 miliardi. Ma per il momento, senza soldi freschi, la coperta resta corta, lasciando irrisolti i nodi di Imu, Iva, Tares, ma anche Cig, ecobonus e sgravi per le ristrutturazioni edilizie. Per queste ultime due misure, che dovrebbero arrivare venerdì in consiglio dei ministri, il governo sta ancora cercando le coperture, che ammonterebbero a circa 400 milioni, ma una soluzione non c’è. «Figuriamoci se troveremo i soldi per il rinvio dell’Iva», è il commento amareggiato di un ministro. Il rialzo dell’aliquota, secondo l’associazione delle microimprese Comitas, si tradurrebbe in una stangata di 349 euro a famiglia. Così il premier, che ieri ha incontrato informalmente a Palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, ha fatto sapere ai colleghi che sarà necessario fare delle scelte e stabilire una serie di priorità. Per Letta l’emergenza resta l’occupazione giovanile ma, ha spiegato ai sindacati, «il grosso delle decisioni europee sul lavoro saranno prese a dicembre, mentre a giugno ci sarà solo un via libera politico». A giugno, tuttavia, il governo dovrebbe varare un provvedimento più ampio sul rilancio economico che comprenderebbe anche le liberalizzazioni su Rc auto ed energia.

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