Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.317



Data: 28/05/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il premier: risorse solo dal 2014. Ticket, verso lo stop all’aumento

ROMA Il momento della verità si sposta da giugno a dicembre. Solo a fine anno, dopo il fondamentale passaggio delle elezioni tedesche, il governo Letta potrà verificare i reali margini di manovra sui conti pubblici, che comunque riguarderanno a quel punto il 2014. Il presidente del Consiglio ha sottolineato questo concetto negli incontri che ha avuto ieri con le Regioni prima e con i leader di Cgil, Cisl e Uil poi. Certo, sarà importante, domani, la formalizzazione dell’uscita del nostro Paese dalla procedura per deficit eccessivo, risultato già festeggiato dai mercati (Piazza Affari ha guadagnato un punto e mezzo e lo spread è sceso sotto quota 260). Sarà importante anche il Consiglio europeo di giugno, che darà un’indicazione politica per un maggior impegno contro la disoccupazione. Ma da quella riunione potrà uscire come effetto concreto solo un anticipo dell’utilizzo dei fondi europei della Youth Guarantee (6 miliardi in tutto, di cui 400 milioni destinati al nostro Paese). Per altre novità sostanziali bisognerà attendere il successivo vertice continentale dei leader: in quella sede dovrà essere confermata la possibilità di arrivare anche nel 2014 alle soglie del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil. E si potrà capire se è praticabile l’idea italiana di escludere dal calcolo del deficit spese come quelle destinate a stimolare l’occupazione. Dunque l’eventuale benevolenza europea non potrà essere utile per i nodi più immediati che il governo si trova a fronteggiare, che si chiamano Imu, Iva, Tares, ammortizzatori sociali. Quello che l’esecutivo riuscirà a fare se lo dovrà conquistare incidendo sulla spesa, compito comunque ostico.
IL NODO SANITÀ
Ma c’è un’altra incognita che grava sugli italiani, dal prossimo anno: nuovi ticket sanitari per un importo complessivo di due miliardi di euro. Una misura che era stata prevista nel 2011 nella manovra estiva del governo Berlusconi, ma che successivamente la Corte costituzionale ha giudicato illegittima per un eccesso di potere da parte dello Stato centrale. Ne prendeva atto il recente Documento di economia e finanza (Def) incrementando in proporzione la previsione di spesa sanitaria. Nell’incontro con le Regioni il premier Letta si è impegnato a tentare di rimuovere la compartecipazione a carico dei cittadini. Vorrebbe dire per lo Stato centrale assumersi il relativo onere, come ha chiesto il presidente della Conferenza Regioni Vasco Errani. Ora toccherà al ministero dell’Economia valutare; ma Beatrice Lorenzin, titolare del dicastero della Salute, si è già spinta avanti chiedendo di aumentare in proporzione la dotazione del servizio sanitario nazionale.
Il copione dell’incontro con le Regioni è stato in qualche modo replicato nella successiva riunione con Angeletti, Bonanni e Camusso. I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno inisistito sulle misure per il lavoro, a partire dal credito d’imposta per le assunzioni. E hanno chiesto che l’adozione di provvedimenti legislativi sia preceduto da un accordo con le parti sociali. Il premier ha ascoltato con attenzione, senza entrare nei dettagli. Di nuovo, rispetto al precedente esecutivo, c’è soprattutto il clima: Letta vorrebbe costruire una sorta di «alleanza strategica» con le parti sociali, pur lasciando al governo la prerogativa di decidere dopo aver sentito tutti.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it