ROMA Nomine pubbliche si cambia. O almeno, è l’intenzione del governo Letta che vuole imprimere una svolta all’insegna della sobrietà. Cambiano quindi i criteri generali che devono ispirare le scelte e, soprattutto, dovrebbe arrivare una stretta sui compensi dei manager e sul numero dei consiglieri di amministrazione delle società pubbliche. L’obiettivo, manco a dirlo, è ridimensionare i costi in maniera significativa, tagliando poltrone, spesso inutili, e maxi emolumenti. Una sorta di spending review che deve attraversare tutto il mondo delle aziende pubbliche e delle partecipate. Il merito, le capacità professionali e le esperienze lavorative restano poi i punti cardine per le designazioni.
LA STRETTA
La stretta, salvo ripensamenti e resistenze dell’ultima ora, dovrebbe partire subito. Unica eccezione, ma se ne riparlerà alla prossima tornata, e prestiti e Finmeccanica. Oltre ad approvare il bilancio 2012, l’assemblea in programma per giovedì 29 dovrebbe limitarsi a nominare due nuovi consiglieri in sostituzione di Orsi e Bonferroni e, soprattutto, designare il presidente. In lizza, come noto, l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, che resta l’opzione di gran lunga più gettonata, mentre sullo sfondo restano Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo Energia, l’ex segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, e il numero uno della Sace ed ex ambasciatore a Washington, Giovanni Castellaneta. Scontata invece la conferma di Alessandro Pansa, l’ex direttore finanziario del gruppo, che già occupa la poltrona di amministratore delegato.
MENO POLTRONE
La cura Letta, il taglio cioè degli stipendi di consiglieri e ad, potrebbe invece fare il suo esordio alle Ferrovie, alla fine di giugno. Qui infatti è in scadenza tutto il board e avviare il nuovo corso è di fatto più agevole. In bilico il presidente Lamberto Cardia, che sta recuperando terreno, mentre resterà al suo posto, forte dei risultati economici raggiunti, l’ad Mauro Moretti. C’è da dire che il cda delle Ferrovie è già ridotto all’osso, solo 5 membri, e che quindi si potrebbe intervenire o accorpando le cariche o limando gli stipendi. Certamente limare troppo i compensi può anche determinare una fuga dei manager migliori, determinando così più danni che benefici. Sforbiciata in arrivo, almeno a livello teorico, anche alla Sace, altro emisfero del sistema pubblico che assicura il credito per le esportazioni, dove sono in scadenza sia il presidente Giovanni Castellaneta che l’ad Alessandro Castellano. Novità anche per Fondo F2i che dovrà trovare un nuovo presidente dopo l’uscita di Ettore Gotti Tedeschi. Resterà in sella, anche in virtù dei risultati raggiunti, un manager di lungo corso come Vito Gamberale. Da rinnovare i vertici di Invitalia, con la conferma per l’ad Domenico Arcuri e l’arrivo di un nuovo presidente.