Ancora un giorno di stop (salvo le ore di punta) per Sea Handling. Probabili disagi a Linate e Malpensa, voli garantiti dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21. In caso di cancellazione le compagnie avviseranno i passeggeri in anticipo
Un altro sciopero. Il terzo ufficiale nella vertenza Sea Handling, l'ennesimo se si contano anche le ripetute mobilitazioni spontanee fuori dagli scali milanesi. Nonostante il Tar la scorsa settimana abbia dato uno spiraglio di speranza, i sindacati vogliono tenere alta l'attenzione del governo sul rischio di fallimento, non ancora scongiurato, della società che con 2.300 dipendenti si occupa dei servizi di terra. E così mercoledì i lavoratori incrociano le braccia per 24 ore, con probabili disagi a Linate e a Malpensa.
Sea, gestore dei due scali, diffonderà l'elenco dei voli garantiti e le compagnie, in caso di problemi, avviseranno i passeggeri. Saranno comunque rispettate le fasce di garanzia previste per le ore di punta, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21. La mobilitazione è indetta sia dai sindacati confederali sia dagli autonomi, in un'improbabile alleanza (solo 'temporale') per scegliere lo stesso giorno di lotta. E per scongiurare l'eventualità che i 360 milioni di sanzione inferti
da Bruxelles a Sea Handling debbano essere iscritti a bilancio la prossima settimana, di fatto causandone il fallimento. Così Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e l'Ugl si ritroveranno per tre ore di protesta sotto la Prefettura per "chiedere al governo di intervenire nei confronti della Commissione europea: deve dire che quella decisione, così com'è, non è applicabile ". Le sigle autonome Flai e Usb, invece, si mobiliteranno davanti al Palazzo delle Stelline di corso Magenta, sede della rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Una nuova giornata di protesta, insomma, dopo le ultime in cui i manifestanti bloccarono l'accesso allo scalo varesino e occuparono per ore viale Forlanini; una protesta confermata nonostante l'esile filo di speranza rappresentato dalla decisione del Tar della settimana scorsa. I giudici amministrativi, infatti, hanno dato ragione al Comune e non solo hanno congelato la sanzione da 360 milioni (saliti in realtà a 450 con gli interessi passivi) comminata alla società di servizi aeroportuali dalla Commissione europea, ma anche il conseguente obbligo dello Stato a recuperarli, procedura che il governo ha avviato il 4 marzo scorso e che porterebbe Sea Handling dritta al fallimento. Un punto a favore di Palazzo Marino, Sea e sindacati che dà qualche giorno di ossigeno a Sea Handling prima di essere obbligata a iscrivere a bilancio la maximulta.
Ma nessuno canta vittoria: fin da subito, anzi, sono sorti dubbi sul fatto che il provvedimento del Tar, tutto italiano, sia sufficiente a mettere davvero al sicuro la società dalla multa Ue. Il vero nodo, infatti, è legato al verdetto del Tribunale europeo sulla sospensiva della multa chiesta da governo, Palazzo Marino e Sea. Un'attesa di pochi giorni per una decisione sul cui esito positivo sono in pochi a scommettere. Tanto che i sindacati hanno preferito scioperare comunque per chiedere al governo una sorta di disubbidienza da Bruxelles: "Ora è importante non sprecare il tempo della sospensiva, ed è per questo che confermiamo la mobilitazione - ha spiegato la Filt-Cgil - a intervenire, adesso, deve essere il governo italiano".