SULMONA Adesso si rincorrono i voti della coalizione di Sulmona Unita che probabilmente non farà apparentamenti ufficiali con nessuno dei due candidati sindaci in ballottaggio. Né con Peppino Ranalli, che ha avuto 4890 voti, né con Luigi La Civita, che ne ha avuti 2007. Ma travasi di voti in libera uscita, verso un candidato o verso l'altro, è scontato che sono sempre possibili. E la coalizione che ha ottenuto il secondo posto, con Fulvio Di Benedetto, stroncato da un improvviso malore pochi giorni delle elezioni e che è stato votato da 3255 elettori, potrebbe fungere da ago della bilancia del secondo turno. Intanto La Civita accarezza il sogno di riunire sotto le insegne del Pdl, che pure hanno contribuito al suo risultato, le due anime del centrodestra, ora divise tra eredi dell'era Federico e cosidetti innovatori. L'impresa però non appare assolutamente facile per la spaccatura profonda che ha contrapposto i due fronti nella vigilia elettorale. Corteggiata da entrambi i candidati sindaci appare anche la coalizione di Sulmona Abruzzo, capeggiata dal candidato sindaco Palmiero Susi per un esperimento con l'ex assessore regionale Filadelfio Manasseri e l'ex capogruppo consiliare Udc, Luigi Rapone, che si è rivelato deludente. La Civita tenterà di far leva sul fatto che Susi è stato esponente di spicco del centrodestra, sebbene la sua coalizione sia trasversale. Ranalli invece può allungare gli occhi sui voti del sorprendente movimento Sbic, che al suo esordio elettorale ha ottenuto oltre 1500 voti. Dalla parte del candidato sindaco del centrosinistra c'è il meccanismo elettorale. Una sua vittoria favorirebbe l'ingresso di Sbic nel Consiglio comunale, mentre una sua sconfitta renderebbe inutile il risultato della lista guidata da Alessandro Lucci. Ma il giorno dopo la conta dei voti i primi verdetti non riguardano soltanto i candidati sindaci ma anche le preferenze espresse dagli elettori sui candidati consiglieri comunali. Con La Civita sindaco faranno il loro ingresso in aula consiliare tre donne: Angela Cantelmi, Anna Rita Ponticelli e Virginia Ricci. Con Ranalli ne saranno elette invece due: Roberta Salvati e Maria Ciampaglione. Il candidato consigliere più votato in assoluto, con 487 preferenze, è stato Luigi Santilli della lista Pronti per cambiare. Appaiati con 324 preferenze sono risultati Luigi Rapone (Sulmona Viva) e Mauro Tirabassi (Fratelli d'Italia). Paradossalmente nessuno dei due, in ogni caso, sarà consigliere comunale. Terzo è Mimmo Di Benedetto (Sulmona democratica) con 315 preferenze e al quarto ex-aequo, con 307 preferenze, figurano i neoeletti Gianfranco Di Piero (Sulmona al centro) e Alessio Di Masci (Pd). La palma della vittoria, tra le liste, spetta alle liste civiche che sorpassano Pd e Pdl. Sulmona al Centro è prima con 1376 voti. Seconda è Pronti per cambiare con 1333 voti e dopo ecco il Pd (1315 voti) e il Pdl (1299) seguiti da Sbic (1175). Ma sui risultati elettorali e sulla futura amministrazione comunale si allunga già l'ombra di un ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale. L'ipotesi anche ieri è stata ventilata da esponenti di Sulmona Unita ed è rimbalzata in note diffuse dal parlamentare Giulio Sottanelli (Scelta civica), autore di un'interrogazione sul caso Sulmona al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e dal coordinatore regionale dei Cattolici democratici, Giampaolo Arduini che ha stigmatizzato l'anomalia di un'elezione che sarebbe stata da rinviare, allo scopo di dare possibilità alla coalizione del candidato sindaco deceduto di indicare un nuovo candidato sindaco e quindi garantire a tutti gli elettori la scelta concreta di un candidato sindaco. Ma per adesso il vuoto normativo sulle elezioni amministrative nei comuni con abitanti in numero superiore ai 15.000, in caso di decesso del candidato sindaco, prima del primo turno, resta intatto.