CHIETI «I sindacati Cisl e Cgil mentono. La colpa dei nostri licenziamenti è solo loro perché l’azienda aveva trovato una soluzione per mantenere intatta la pianta organica». Antonio Tulliani, uno dei tre autisti della Satam licenziati dopo che la società del gruppo La Panoramica ha soppresso la linea per Bologna, spara a zero contro i sindacati Fit Cisl e Filt Cgil. Che hanno avviato la prima fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione con l’azienda. Tra dieci giorni le parti torneranno ad incontrarsi ma, in caso di fumata nera, i sindacati hanno già annunciato l’intenzione di rivolgersi al prefetto nella speranza di dirimere l’ennesima vertenza occupazionale scoppiata nel territorio. Dove la Satam, società che gestisce tratte extraurbane come la Orsogna-Chieti e a lungo raggio con corse quotidiane per Napoli, Salerno e Sanremo, ha deciso di cancellare la linea per Bologna. Ritenuta dall’azienda poco redditizia. Di conseguenza sono stati mandati a casa tre lavoratori. Ma secondo Tulliani, autista iscritto all’ Ugl, le cose stanno in maniera diversa.
«L’azienda aveva trovato il modo per non licenziare nessuno. Era stato proposto di pagare al 50% il secondo autista» spiega l’ex dipendente Satam «che accompagna il collega impegnato nelle corse più distanti. L’Ugl ha ratificato l’accordo avallato da 14 dei 18 autisti stipendiati dalla Satam. Peccato che, poi, un sindacato ha pensato bene di contrastare l’intesa raggiunta con l’azienda». Nel dettaglio la Fit Cisl, precisa Tulliani, ha indetto un referendum aziendale sull’argomento che ha fatto stranamente aumentare a dismisura il numero dei contrari all’accordo. «Siamo rimasti in sette ad essere favorevoli mentre i colleghi delle altre sigle sindacali si sono tirati indietro. Peraltro la Filt Cgil che ha sposato la causa della Fit Cisl» accusa Tulliani «non ha mai partecipato ad un incontro con l’azienda e con noi lavoratori». Lo sfogo dell’autista a breve sarà seguito da una dura presa di posizione dell’Ugl, sigla sindacale in aperto contrasto con Cisl e Cgil. Intanto il lavoratore auspica che i sindacati in rotta con l’azienda si possano ravvedere. «Per il bene di chi» dice Tulliani «ha perso il proprio posto di lavoro».