Giungerà per la prima volta all’Aquila martedì, alle 16.30, il ministro per la Coesione Territoriale, nuovo inviato speciale del Governo, Carlo Trigilia. Farà un giro di orizzonte, fra il capoluogo e forse il cratere per ascoltare e comprendere i bisogni dei terremotati approdando anche nella nuova aula consiliare. Un segno importante da parte del Governo che così sembra voler dimostrare di non aver dimenticato L’Aquila. Chissà se il primo cittadino rimetterà per l’occasione il tricolore al proprio posto? Sempre sul fronte istituzionale ieri proprio Massimo Cialente ha inviato una lettera al presidente del Senato, Pietro Grasso, e al presidente della Camera, Laura Boldrini, chiedendo una operazione verità sui fondi spesi per il sisma: «Parlando con esponenti del Governo e funzionari dei Ministeri, viene continuamente ribadito che per il sisma dell’Aquila, e della città territorio, si è speso anche troppo e che avremmo bruciato grandi risorse. Purtroppo questo è il messaggio fatto passare nel Paese. Ciò ci ha isolati e ci ha fatto perdere ogni solidarietà; ci ha reso ancora più soli nel nostro dramma. A nome degli aquilani chiedo di incaricare la commissione parlamentare, che riterranno opportuna, per raccogliere, una volta per tutte, i dati su quanto speso all’Aquila, da chi, e come, in un’operazione verità che si deve non solo al Paese, ma, a questo punto, anche a noi aquilani». Nella nota il sindaco fa riferimento «ai giorni difficilissimi per il futuro della città. La mancanza di risorse per la ricostruzione continua, allontana i tempi del recupero del centro storico, delle sue frazioni, dei borghi del cratere. I cittadini residenti prima del sisma in uno dei pochi centri storici abitati in Italia, prendendo atto che per rientrare nella loro abitazioni ci vorranno anni e anni, sulla base di una discutibile previsione normativa, stanno vendendo allo Stato i propri appartamenti per acquistarne in altre città. È una emorragia di aquilani dettata dalla disperazione e dalla mancanza di fiducia nello Stato, ma, soprattutto, si è innestato un processo che lascerà il centro storico non ricostruito, una nuova Pompei, una responsabilità storica che né io, né la mia amministrazione intende assumersi, né tanto meno condividere arrivando anche a estreme conseguenze».