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Data: 30/05/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Saccomanni: sull’Iva nulla è ancora deciso. Per il ministro calo delle tasse possibile solo con tagli di spesa. L’Ocse abbassa le stime sul Pil

ROMA Lo stop all’aumento dell’Iva non è stato ancora deciso dal governo mentre il calo delle tasse sarà possibile solo con nuovi tagli alle spese. La ricetta del ministro dell’Economia, Saccomanni, arriva nel giorno in cui l’Ocse rivede ancora al ribasso le stime del Pil italiano (a -1,8%). L’organizzazione internazionale conferma inoltre che la recessione strangolerà per tutto il 2013 il nostro Paese e che la disoccupazione salirà a quota 12%. Saccomanni spiega che le stime Ocse sono «abbastanza in linea» con quelle contenute nel Documento economico finanziario anche se le previsioni di crescita sono più basse. Colpa, dice, del mancato calcolo del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e delle riforme sul potenziale di crescita. Ma il governo Pd-Pdl-Sc ha alcune importanti scadenze. La prima è la questione dell’aumento di un punto di Iva. Saccomanni conferma che l’esecutivo «sta ancora valutando» se bloccare o meno l’aumento. Anche sull’altro tema centrale, il calo delle tasse, il ministro ritiene possibile farlo «se viene accompagnato da una riduzione delle spese e dalla lotta all’evasione fiscale». Per il ministro «c’è il problema di continuare nel processo di consolidamento fiscale, l’esigenza di portare avanti la riduzione delle imposte, soprattutto sul lavoro, sulle imprese e sui giovani, tagliando le spese che sono meno necessarie». Tuttavia le stime dell’Ocse sono la conferma della palude recessiva. Ma Saccomanni mette le mani avanti: l’organizzazione ha inserito l’Italia «tra i Paesi che hanno fatto meglio il loro dovere per mettere i conti in ordine» e questo è «un riconoscimento particolarmente gradito». L’Italia, prosegue è anche «molto vicina» al pareggio strutturale per il 2014. Il nostro Paese si aggrappa alla debole ripresa ipotizzata per il 2014: «I margini ci sono senz’altro, ma evidentemente l’Italia deve contemporaneamente portare avanti una strategia di riduzione del debito». Le stime dell’Ocse con il Pil in calo e la disoccupazione «cresciuta abbastanza in fretta» negli ultimi anni (e continuerà a salire sino al 12,5% nel 2014) fanno dire al ministro del Lavoro Giovannini che «non è una sorpresa». Dalla Cgil questi dati sono commentati con grande preoccupazione. In Italia, dice il segretario confederale Danilo Barbi, «la recessione rischia di diventare depressione vera e propria». La Cgil propone «un grande cambiamento della politica economica, sia nelle scelte europee che in quelle nazionali. Serve una restituzione fiscale per quelli che le tasse le hanno pagate di più».

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