Sul blog messaggio ai ribelli: «Ecco le cifre del crollo dei partiti. Sono morti». «La Rai è una fogna». Cresce la fronda e il videomaker del leader gli dice addio
ROMA All’ondata di malcontento che sta montando nel Movimento 5 Stelle dopo il deludente esito elettorale alle amministrative che ha visto dimezzare i voti nel giro di tre mesi, Grillo reagisce andando all’attacco. E la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi arriva ad accusare qualche anonimo deputato M5S di essere una spia. «Quelli che fanno uscire notizie sulle nostre riunioni sono delle merde». Dopo il primo messaggio di lunedì lasciato sul suo blog, dove Grillo accusava gli italiani che non avevano votato i candidati grillini di far parte dell’«Italia peggiore», si è lanciato in un nuovo affondo contro quelli che considera i nemici storici del M5S: i partiti e i media. Ed ecco allora il comico mettere sul blog, un post di numeri per dimostrare che se crollo c’è stato, ha riguardato i partiti tradizionali, non il M5S. «I dati che non vi mostrano» è il titolo dell’elenco dove vengono presi in esame i risultati a Roma, Siena, Ancona e Avellino. Quattro città per dimostrare che «i partiti sono morti», è la sintesi di Grillo. «Catastrofe? Io sono felice. Il M5S cresce ogni giorno, è un fatto. Non abbiamo fretta» scrive, minimizzando i risultati. «Dopo le comunali è stato un giorno come un altro. Non c’è stato nessun trionfo a febbraio, nessun tonfo a maggio». L’obiettivo del M5S, dice, è di «cambiare il sistema, le regole del gioco. E come ovvio di andare al governo, ma senza questi partiti che hanno distrutto l’Italia». Ai deputati e senatori che vorrebbero l’accordo con il Pd, Grillo non fa sconti: «Possono andarsene dal Movimento». Niente accordi per i ballottaggi, niente alleanze in Parlamento. Fin quei i partiti, poi è passato ai media. «Dopo le elezioni politiche, la stampa e la tv si sono scagliate contro il Movimento come se fosse l’anticristo con una rabbia, odio e disprezzo che non riscontro nella storia d’Italia. L’informazione è l’arma letale in mano ai partiti», aggiunge. E la Rai viene descritta come la «madre» di tutti i saccheggi in un post al vetriolo dove paragona la tv di Stato ad una «fogna» che «va rinnovata al più presto». Infine minaccia: «A viale Mazzini i nominati dai partiti comincino a preparare i bagagli, con calma. Non abbiamo fretta». Ma il Movimento, dopo la debacle elettorale, ha perso un pezzo importante. Salvo Mandarà uno dei volti storici dello «Tsunami Tour» l’ingegnere elettronico che lasciò il lavoro per dedicarsi alla «missione dei 5 Stelle» ieri si è congedato da Grillo e lascia il paese. Ha motivato il suo addio alla politica in un video di 14 minuti in perfetto stile-Grillo. Tono infuriato, testo funereo. Il videomaker di Grillo racconta una sua vicenda personale che, a suo dire, certifica «la totale inesistenza delle istituzioni». Poi si sofferma sulla battaglia dei 5 Stelle: «Quel 25,5 per cento di febbraio era un’illusione. Solo il 5 per cento era convinto. Io – ricorda – sono attivo in politica dal 2009 con il Movimento e avevo l’illusione di cambiare l’Italia e di renderla migliore». Quello di Mandarà non è stato l’unico addio. Ieri si è dimesso anche Mauro Nuzzo consigliere comunale del M5S da presidente della commissione cultura del comune di Parma, il primo a tingersi dei colori dei grillini. E’ la prima frattura all’interno della maggioranza guidata da Federico Pizzarotti. Ma gli occhi adesso sono puntati sui deputati e senatori grillini dove il malcontento cresce così come l’ipotesi di creare un nuovo gruppo. «Siamo in dieci pronti ad andarcene» diceva lunedì uno dei deputati che spiegava l’insofferenza verso la «morsa» del duo Grillo-Casaleggio. Il guru del M5S dovrebbe arrivare per spiegare ai suoi come andare in tv. Per Nicola Biondo, uno dei responsabili della comunicazione del Movimento però anche la «fronda» è un’invenzione dei giornalisti. «Certo che ci sono critiche. Ma fino adesso avete mai visto un deputato o senatore votare in maniera diversa dalle indicazioni date dal Movimento?». Tutto bene dunque? A leggere una e-mail inviata ieri dalla capogruppo alla Camera Roberta Lombardi ai deputati grillini, sembra proprio di no. «Volevo scrivervi qualcosa per condividere con voi questa specie di assedio a cui siamo sottoposti, ma grazie allo stronzo/i che fanno uscire tutto quello che ci scriviamo o diciamo, sui giornali mi è passata la poesia. Sei una merda, chiunque tu sia». Firmato Roberta Lombardi.