ROMA È un attacco a freddo. Il più brutale e inatteso. Tanto da far urlare la Rete che ora grida al suicidio politico e contesta il suo leader.
Beppe Grillo punta il mirino e centra in pieno Stefano Rodotà, il giurista che il popolo del web aveva incoronato alle Qurinarie. Lo definisce «un ottuagenario miracolato». Reazione scomposta ad un’intervista che l’ex garante della privacy aveva rilasciato il giorno prima al Corriere della Sera elencando gli errori di Grillo, mettendoli in relazione con il flop delle amministrative. La replica è partita come un gancio al volto e ha stordito un po’ tutti. La definizione di ottuagenario «sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi» è sembrato ai più un isterismo sopra le righe, comprensivo di auguri «per una grande carriera per rifondare la sinistra».
LOMBARDI MALATA
Il voto di domenica scorsa. L’uscita spericolata del loro leader. I parlamentari grillini non potevano non accusare il colpo. «Questa volta è lui che esce dal Movimento», ha commentato qualcuno avvicinandosi molto alla realtà. E mentre sul blog si scatenava - questa volta sì - uno tsnunami - Rodotà preferiva cucirsi la bocca. «Commentare? Non ci penso, ho avuto una vita lunga e non ho mai risposto».
Il compito di assumere la difesa d’ufficio di Beppe Grillo è toccato al vice capogruppo della Camera Riccardo Nuti e al segretario di presidenza Riccardo Fraccaro. L’assenza della portavoce Lombardi, ancora infuriata con i colleghi per la diffusione delle sue mail «private», è stata motivata con l’ attacco febbrile che l’avrebbe colpita. Malattia diplomatica? Dimissioni anticipate? Tutto è possibile. La confusione in casa 5Stelle è grande.
DIFESA D’UFFICIO
«Grillo resta il nostro megafono e ci stupisce che qualcuno si sorprenda ancora per il suo linguaggio - abbozza una giustificazione Nuti - se c’è qualcuno che ha fatto un passo falso questo è Rodotà». E Fraccaro: «Non rinneghiamo le scelte fatte per il Quirinale, Rodotà però non è un nostro attivista, forse da parte sua c’è stata un’interpretazione esterna stupisce però che si sia associato alla disinformazione».
LA FRONDA
Il caso Rodotà sembra destinato ad accelerare lo strappo con i dissidenti. L’assemblea dei parlamentari di ieri sera non ha ridotto le distanze, la richiesta di parlarne avanzata da Currò è stata respinta. Ora sarebbero gli stessi Grillo e Casaleggio a spingere per rendere la vita difficile a chi finora li ha contestati. I primi a virare verso il gruppo misto potrebbero essere Zaccagnini, lo stesso Currò, Battista e Prodani. Il primo ieri ha quasi passato il Rubicone esprimendo la sua «solidarietà a Rodotà», e definendo le accuse al giurista «una macchina del fango». Idem Prodani. Se non se ne vanno, ci penserà Grillo.