ROMA L’abolizione del finanziamento dei partiti arriva oggi in Consiglio dei ministri in un clima di inquietudine, con il presidente del Consiglio Enrico Letta determinato ad andare avanti per non tradire la promessa fatta in aula alla Camera durante il discorso sulla fiducia, e i tesorieri dei partiti maggiori che già annunciano organici ridimensionati, cassa integrazione e licenziamenti. Nel pomeriggio l’ombra della Cig balena nella sede del Pd durante l’incontro tra il cassiere del partito, Antonio Misiani, e i 180 dipendenti. Misiani, raccontano i partecipanti, descrive una situazione «drammatica», con il bilancio 2012 da chiudere in passivo e il futuro ancora più fosco, con il ricorso «inevitabile» agli ammortizzatori sociali. Misiani corre ai ripari con un comunicato: «La situazione è difficile, non certo drammatica. Sarà necessaria una profonda riorganizzazione, e la prospettiva inevitabile è quella di un ridimensionamento di tutte le strutture del partito». Ma sugli strumenti, dice, ancora nessuna decisione è stata presa. Maurizio Bianconi, vice tesoriere del Pdl, non usa mezzi termini: «Le associazioni non riconosciute non prevedono Cig in deroga, quindi ci toccherà licenziare tutti. Questo governo vuole uccidere i partiti» accusa. Il partito, che conta 200 dipendenti, ha già congelato i contratti a termine a progetto, disdetto tutti i contratti per le sedi regionali e provinciali. Dopo alcune riunioni col governo, gli amministratori dei partiti hanno chiesto ieri a Letta un rinvio di una settimana, ma il premier ha rifiutato: «Indietro non si torna». Per quest’anno, tuttavia, la deflagrazione potrebbe essere evitata. Il testo del governo prevede infatti che il finanziamento 2013 arrivi regolarmente a luglio per coprire i mutui che i partiti avevano già ottenuto dalle banche sulla base della legge attuale. Dal 2014 si aprirà invece una fase di transizione di tre anni, in ciascuno dei quali le risorse si dimezzeranno. È’ prevista dunque un’abolizione totale: i partiti potranno essere finanziati con la destinazione del 2 per mille da parte dei cittadini, che avranno la possibilità di dedurre parte dei versamenti. I partiti potranno ottenere dallo Stato servizi, spazi e locali. Per accedere ai benefici, dovranno depositare alla Camera uno statuto che garantisca trasparenza, controlli sui bilanci e democrazia interna, norme che potrebbero escludere dai benefici il Movimento 5 Stelle, che parla di «evidente confusione» nella maggioranza e sfida il governo: «Invece di giocare con le parole, adotti la nostra proposta di legge».