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Pescara, 18/12/2025
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Data: 01/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Accordo sulla rappresentanza - Rappresentanza, intesa sulle regole imprese-sindacati (SONDAGGIO FILTABRUZZO: Accordo sulla rappresentatività. Ti Soddisfa? )

ROMA Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno trovato un accordo sulla rappresentanza sindacale. «Dopo 60 anni avremo contratti nazionali pienamente esigibili» dice Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. E di «accordo storico» parla anche la leader Cgil Susanna Camusso. Non potranno essere esclusi dalle trattative i sindacati che rappresentano almeno il 5% dei lavoratori. Prevista anche la consultazione della base.

ROMA Niente più contratti separati. Niente più lunghi e defatiganti contenziosi giudiziari sulla valenza erga omnes o meno degli accordi. La minoranza dovrà piegarsi alle decisioni della maggioranza. Si apre una nuova era nelle relazioni industriali: dopo anni di tentativi, finalmente Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno trovato un accordo sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale che possa essere operativo. Quello firmato il 28 giugno del 2011, infatti, lasciava ancora una serie di nodi da sciogliere. Decisamente soddisfatte le parti. «È un risultato storico. Dopo sessantanni c’è un’intesa che ci porterà a contratti nazionali pienamente esigibili» dice Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. E di «accordo storico» parla anche la leader Cgil Susanna Camusso: «Mette fine ad una lunga stagione di divisioni». Per Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, si tratta di «una svolta davvero importante», mentre il numero uno Uil, Luigi Angeletti, sottolinea lo sforzo delle parti sociali: «Con questo accordo abbiamo evitato la disgregazione sociale».
Commenti soddisfatti arrivano anche dalla politica, a partire dal premier Enrico Letta che twetta: «Una bella notizia. È il momento di unire, non di dividere, per combattere la disoccupazione». E così il leader Pd, nonché ex numero uno Cgil, Guglielmo Epifani: «Un bel segnale per tutti» dice, sottolineando la coincidenza temporale con «la stagione di riforme che si è aperta in Parlamento».
L’intesa siglata ieri sera, dopo una riunione durata 4 ore e che ha registrato anche qualche momento di difficoltà, in sostanza introduce due grandi novità: non potranno essere esclusi dai tavoli di trattativa i sindacati che rappresentano almeno il 5% dei lavoratori. Alla soglia si arriva con un mix tra deleghe sindacali (trattenuta operata dal datore di lavoro su esplicito mandato del lavoratore e comunicate all’INPS, che a sua volta certifica) e voti presi dalle Rsu con il sistema proporzionale. Per la convalida di un’intesa basterà l’ok della maggioranza semplice, anche se il tutto dovrà passare per una consultazione della base (non necessariamente un referendum) che a sua volta dovrà decidere a maggioranza semplice.
Per capire la valenza dell’accordo basti pensare che se queste regole fossero già state in vigore non avremmo avuto il caso Fiat a Pomigliano d’Arco: la Fiom avrebbe dovuto accettare di essere in minoranza e prendere atto delle intese intercorse tra l’azienda e gli altri sindacati. Dall’altra parte - con la regola del 5% - l’azienda non avrebbe potuto escludere la Fiom dai successivi tavoli.

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