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Pescara, 18/12/2025
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Data: 02/06/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Cialente: ecco perché diserto il 2 giugno. Il sindaco domani dal premier Letta: «Siamo ancora in mobilitazione, devono darci il miliardo per partire coi cantieri»

L’AQUILA Il dilemma di Michele-Nanni Moretti in Ecce Bombo («Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?») non lo ha sfiorato neppure un attimo. Il sindaco Massimo Cialente annuncia che non avrà ripensamenti. «Non vado alla festa del 2 giugno. È ancora presto. Siamo in mobilitazione. Punto. Mi dispiace, spero che nessuno ci resti male ma noi siamo molto preoccupati. Ho tolto la fascia per combattere una battaglia giusta che ancora non è terminata». Chiamatela cialentata, «cosa grave» oppure vilipendio alla bandiera. O alla Repubblica. Il sindaco della città non ricostruita non molla. «La fascia? Noi dobbiamo rientrare in Italia. Se tutti faranno il loro dovere e riusciremo a farcela non sarà una vittoria di Cialente o dell’Aquila, ma dell’Italia. La riattacco io, la bandiera. Quando sarà il momento la metto al posto giusto. Non come De Matteis che ha sbagliato pennone. Quando avremo la certezza che L’Aquila è rientrata in Italia, e che l’Italia si è ricordata di noi, la rimetteremo». Domani il sindaco sarà di nuovo a Roma per incontrare il premier Enrico Letta. Sul tavolo, oltre alla ricostruzione, i temi del rilancio occupazionale e lo sviluppo del Gran Sasso. CACCIA A OTTOBRE ROSSO. «Dobbiamo far partire i cantieri entro ottobre», attacca il sindaco. «Se tutto va bene possiamo investire 2 miliardi già quest’anno e dobbiamo macinare. Ecco perché mi sono arrabbiato quando ho saputo che è rimasto chiuso il protocollo dell’Urbanistica a poche ore dalla scadenza per presentare le schede parametriche. Noi abbiamo un problema molto serio. Non riusciamo a smaltire tutto il lavoro arretrato dopo mesi di stallo. Il personale arrivato non è sufficiente. Ci sono migliaia di pratiche da smaltire. Perciò abbiamo deciso di concentrare le aperture degli uffici per poter dare la possibilità al personale di lavorare. Nei giorni di apertura la gente strabocca e non riusciamo ad andare più avanti. Venerdì l’ufficio protocollo urbanistica era chiuso, ma visto che era l’ultimo venerdì si poteva derogare. Ma è rimasto aperto il protocollo generale. Ingegneri e progettisti sono per la proroga dei termini per la scheda parametrica. Io ho detto no, d’accordo con l’assessore Di Stefano. Ma come? Mi sono tolto la fascia, ho piantato il casino per avere i soldi spendibili quest’anno e concedo il rinvio? È da pazzi. Dobbiamo pedalare sull’asse centrale. Le schede devono arrivare. Servono per organizzare i cantieri. Chi le consegna dopo il 4 giugno si mette in coda. Chi ha rispettato i tempi ha la priorità. Per Onna, che ha il piano di ricostruzione fatto, se si presentano i progetti si parte. È una corsa contro il tempo». LETTA. Il sindaco annuncia i temi dell’incontro col premier. «A Letta mostrerò il cronoprogramma. Gli dirò: nel 2017, quando vado via, nella gran parte del centro storico staranno per finire i lavori. Al governo ricorderò anche i temi dell’occupazione e del rilancio del territorio». Il sindaco vuole risolvere il caso dell’azienda che deve insediarsi nell’ex Italtel e lo spinoso caso del Gran Sasso. «La vicenda dell’Accord Phoenix va chiusa. Se i liquidatori di Aquila sviluppo non firmano l’affitto, ci pensa il Comune. Ci sto lavorando come un matto. Poi con Invitalia chiudo la partita per il Gran Sasso. I 15 milioni tardano un po’. Ma ce la faremo. Rifacciamo l’ostello subito, sistemiamo la seconda parte delle Fontari, poi l’albergo. Aggiustiamo anche il “Cristallo”. Nel 2014 puntiamo sui nuovi impianti. Sarà una grande stazione. Il Centro turistico resta, ma entra Invitalia». LE CENTO SCHEDE. «Le schede parametriche presentate sono oltre cento», spiega il sindaco. «In 4 mesi abbiamo esaurito i 255 milioni e abbiamo aggredito i 300. Sono stato alla festa della consegna delle case di via Francia rifatte con gli isolatori. Bravi i cittadini e i due amministratori di condominio. Una signora che ha avuto il finanziamento definitivo a via Bominaco era felice, l’ha detto a tutti. E io lo ripeto: a ottobre erano finiti i soldi ma adesso possiamo e dobbiamo correre. Dipende da noi, dai progettisti, dalla Soprintendenza. L’emendamento da 1,2 miliardi? Passerà. Se non si mette di traverso la Ragioneria...ma è solo una delle battaglie. La prossima è con l’Europa, è la guerra 14-18 (annualità fino al 2018, ndr), per tornare al sistema Cassa depositi e prestiti. Il 4 spero di poter ringraziare il ministro Trigilia. Intanto chiamerò Sgarbi che ha fatto un intervento pro-L’Aquila in tv eccezionale. Se si lavora bene, magari con imprese aquilane, che hanno più orgoglio a rifare la città, piuttosto che quelle indebitate di fuori che non pagano i fornitori e scappano, in tre anni si possono rifare interi quartieri del centro».

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