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Data: 02/06/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
In 4000 sotto la pioggia «Ripartire dai cantieri». Cgil, Cisl e Uil chiedono tempi certi per la ricostruzione. «Così si rilancia il lavoro»

L’AQUILA Il maltempo non è riuscito a fermare la manifestazione. Secondo le stime erano oltre quattromila gli abruzzesi che sotto una pioggia battente hanno sfilato nel centro storico dell’Aquila, tra i palazzi storici e i monumenti puntellati di una città che aspetta ancora i finanziamenti per ricostruire il centro, le frazioni e gli altri centri del cratere sismico.
E proprio la questione legata ai finanziamenti per la ricostruzione del capoluogo e delle altre zone colpite dal terremoto del 2009, era una delle tre emergenze che Cgil, Cisl e Uil Abruzzo hanno sottolineato nella manifestazione di stamattina all’Aquila. Le altre emergenze per cui le organizzazioni sindacali hanno organizzato la manifestazione sono state il lavoro che non c’è e la necessità di rilanciare anche in Abruzzo i temi e le politiche sociali.
Tutte priorità sulle quali Gianni Di Cesare, Maurizio Spina e Roberto Campo, rispettivamente segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, hanno più volte richiamato la politica e le istituzioni regionali e che sono tornate in tutti gli interventi dal palco, conclusi da Guglielmo Loy, della segreteria nazionale della Uil. Problemi parzialmente comuni (terremoto a parte) alle altre regioni e che la Cgil e gli altri sindacati porteranno all’attenzione nazionale nella manifestazione del 22 giugno a Roma.
per quanto riguarda le emergenze in Abruzzo per i sindacati regionali il lavoro deve essere la priorità delle istituzioni, della politica e del sistema delle imprese abruzzesi; inoltre va avviata la ricostruzione pesante dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico. E proprio il giro di affari legato alla ricostruzione può rappresentare un’occasione per il rilancio dell’occupazione e delle aziende non solo abruzzesi. L’arrivo dei finanziamenti per la ricostruzione corrisponderebbe infatti allo sblocco di centinaia di cantieri. Per sostenere questo aspetto per i sindacati confederali vanno messe in campo e finanziate politiche sociali più incisive.
Tra i temi che Cgil Cisl e Uil indicano alla politica abruzzese per gli ultimi mesi di legislatura regionale ci sono il contrasto alla povertà, la necessità di garantire il diritto alla salute e quello allo studio, i servizi per l’infanzia e la gioventù, la lotta all’evasione fiscale, il superamento del gap infrastrutturale abruzzese, la riorganizzazione dei trasporti stradali e della ferrovia adriatica, una politica industriale che valorizzi gli investimenti in innovazione e ricerca, l’avvio della programmazione dei Fondi Europei 2014-2020 e la riorganizzazione del personale della Regione. «D’altra parte - hanno affermato i segretari regionali - risulta veramente difficile comprendere le affermazioni della Confindustria nazionale quando parla prioritariamente di "Problema Settentrionale" dimenticandosi della grande debolezza e della disgregazione sociale che vive il Mezzogiorno. Né trova elementi nella realtà l’affermazione di un "Modello Abruzzo" da parte del presidente della Regione Gianni Chiodi, che nella sua visione ragionieristica dell’amministrazione sembra ignorare i drammi sociali e lavorativi». Soffermandosi su questi ed altri temi Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil Abruzzo, ha sottolineato tuttavia anche un aspetto importante che lega la ricostruzione post-sisma alla possibilità di creare nuovo lavoro: «Con le aziende che apriranno i cantieri della ricostruzione del centro storico vogliamo discutere del rapporto tra l’importo delle opere e la quantità di lavoro, ovvero dell’occupazione prevista e dei tempi di consegna. In questo senso l’interesse dei proprietari ad avere una casa ristrutturata presto e bene coincide con l’interesse dei lavoratori per un’occupazione sicura e stabile. In questa ricostruzione l’interesse collettivo e dei lavoratori viene prima dell’interesse delle singole aziende».

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