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Pescara, 18/12/2025
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Data: 02/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rappresentanza, sì anche dalla Fiom. Landini: «Primo passo importante, ora però serve anche una legge» (SONDAGGIO FILTABRUZZO: Accordo sulla rappresentatività. Ti Soddisfa? )

ROMA Anche la Fiom plaude all’accordo sulla rappresentanza firmato l’altra sera tra Cgil Cisl Uil e Confindustria. Una novità importante che fa davvero ben sperare nell’inizio di relazioni industriali più moderne. Il day after della firma, è dedicato a commenti e prese di posizione. Per lo più tutte a favore. A partire dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parla di un «avvenimento di prima grandezza per il Paese», «segno importante e incoraggiante di volontà costruttiva e di coesione sociale». Ma non manca qualche protesta. Come quella del Fismic, il sindacato autonomo dei metalmeccanici, che minaccia ricorsi sino alla Corte Costituzionale, per invalidare l’accordo che - questa è l’accusa - «ha il solo scopo di rafforzare la pretesa da parte di Cgil, Cisl e Uil di esercitare un ruolo egemonico nella rappresentanza del mondo del lavoro». Dopo una riunione della segreteria, invece, l’Ugl ha deciso di dire sì all’intesa «per senso di responsabilità nei confronti del Paese e dei lavoratori, per coerenza con l’accordo interconfederale da noi sottoscritto nel giugno 2011 e per contribuire ad un clima di fattiva collaborazione tra sindacato e grandi imprese».
VIA LIBERA FIOM

Non era un fatto scontato per una organizzazione che da anni considera una sorta di vanto dire sempre no e non piegarsi a compromessi e mediazioni. A fine giugno del 2011, quando Susanna Camusso coraggiosamente firmò il patto sulla contrattazione con gli altri sindacati e la Confindustria di Emma Marcegaglia, fu duramente attaccata dai duri e puri della Fiom. Ma il clima evidentemente è cambiato. Ovviamente anche le clausole introdotte nell’accordo - la soglia del 5%, il mix tra iscritti e voti presi dalle Rsu per misurare l’effettivo peso delle organizzazioni, la successiva convalida obbligatoria dei lavoratori - hanno giocato un ruolo determinante. Ed ecco che Maurizio Landini, numero uno Fiom, definisce l’intesa, «positiva, importante, un passo avanti». Anche se poi aggiunge che a questo punto «è necessario arrivare comunque ad una legge» in modo da «garantire la piena libertà sindacale in ogni posto di lavoro e per tutte le organizzazioni sindacali».
IL CASO FIAT

Il pensiero va in particolare alla vicenda Fiat contro la quale la Fiom, a partire dal famoso ”modello Pomigliano”, ha avviato una battaglia giudiziaria senza precedenti. Scontrandosi contro un atteggiamento altrettanto chiuso dell’azienda che ha escluso la Fiom da tutti i tavoli di trattativa. Il gruppo torinese, come è noto, è uscito dal sistema confindustriale e quindi l’intesa in teoria non lo riguarda. Da Susanna Camusso però arriva un appello: «Ora Fiat rifletta sull’esigenza di avere regole generali». Sulla vicenda Fiat e Pomigliano d’Arco interviene anche il segretario generale Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale in realtà il nuovo accordo convalida proprio quel metodo, dato che le intese «furono sottoposte ad un referendum» tra i lavoratori.

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