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Pescara, 18/12/2025
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Data: 03/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sciopero di 24 ore oggi a rischio bus, tram e metro. Si fermano i lavoratori Atac e Roma tpl terzo stop da metà maggio

L’incubo è appena cominciato: oggi si fermano bus e tram, e sono a rischio per tutta la giornata anche le corse dei treni nelle metropolitane A e B e i collegamenti di Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Viterbo. Poi il caos si ripete sabato 8 giugno con l’astensione dal lavoro del personale ferroviario di Trenitalia e Rfi (sciopero indetto da Orsa Ferrovie). Ma la vera giornata di passione sarà venerdì 14, quando incrocerà le braccia, sempre per ventiquattr’ore, il personale del trasporto pubblico locale aderenti alle organizzazioni sindacali Usb Lavoro Privato. E’ consigliabile fare un cerchietto rosso sul calendario per districarsi fra agitazioni, ingorghi e linee soppresse.
IL CAOS
E’ il terzo sciopero in tre settimane dei trasporti pubblici a Roma, dopo quelli del 13 e 24 maggio. Un lunedì nero che potrebbe diventare nerissimo per improvvisi acquazzoni. La protesta stavolta è firmata da Fast Confsal per i dipendenti dell'Atac e dal Consorzio Roma Tpl Scarl che gestisce tutte le linee periferiche della città. Il servizio di trasporto viene garantito dall'inizio del servizio alle ore 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le 8.30 e le 17 e dalle 20 a fine servizio, sono a rischio le corse di autobus, tram, filobus, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo. A questo sciopero se ne aggiunge un secondo, sempre di ventiquattr’ore, proclamato da Filt-Cigl, Fit-Cisl e UilTrasporti per i dipendenti della Trotta Bus Services del Consorzio Roma Tpl che riguarda le linee 077, 218, 702, 720, 721, 764, 767 e 768. Le Zone a traffico limitato del Centro e di Trastevere, come avviene sempre in queste giornate, saranno disattivate.
LE MOTIVAZIONI
Alla base di tutte le rivendicazioni sindacali c’è il mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 dicembre di sei anni fa. Per la Confasal le ragioni dello sciopero «sono da addebitare interamente agli atteggiamenti assunti dalle associazioni imprenditoriali del settore e dalle istituzioni a tutti i livelli che continuano a ignorare le ragioni dei lavoratori e a mortificare le aspettative di un moderno sistema di trasporto pubblico integrato, condizione essenziale per assicurare lo sviluppo sostenibile al Paese», spiega il segretario generale Pietro Serbassi.

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