Dopo le parole del premier - che ieri ha detto "mai più un presidente con le vecchie regole" - il segretario del Pdl torna alla carica: "Dai democratici ci arrivano significativi spiragli". L'ipotesi divide il Pd ed è bocciata da Vendola. Grillo: "Il Paese è al collasso e il governo si balocca col presidenzialismo". Schifani: "Il nostro candidato premier è solo e sempre Berlusconi". Napolitano: "Non mi esprimo"
ROMA - Enrico Letta apre all'elezione diretta del Capo dello Stato e il centrodestra approva all'istante con un coro di sì la possibilità di riformare la Costituzione in senso presidenzialista. La repubblica presidenziale, del resto, è un vecchio cavallo di battaglia di Berlusconi. E ad Angelino Alfano non pare vero che l'ipotesi presidenzialista non sia più un ostacolo insormontabile nel Pd: "Noi facciamo da sempre una grande battaglia -dice il vicepremier e ministro dell'Interno al termine della rivista militare in via dei Fori Imperiali - nel Pdl siamo assolutamente d'accordo sull'elezione diretta del presidente della Repubblica. E adesso anche dal Pd arrivano dei significativi spiragli. Se riuscissimo a farla sarebbe una grande prova di democrazia come succede in altri paesi, come Francia e Stati Uniti, dove i cittadini scelgono direttamente il Capo dello Stato". E anche un modo, conclude, per "aumentare l'affetto dei cittadini nei confronti delle istituzioni". Non ha intenzione di esprimere la sua posizione in merito all'elezione diretta del presidente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che con fermezza ha ribadito: "Non dirò nulla né stasera, né poi". Si è espresso, invece, sui tempi annunciati da Letta per le riforme: "Il tempo di 18 mesi è un tempo più che appropriato per le riforme, il processo è complesso, si tratta di tenere il ritmo", ha detto ai microfoni dei giornalisti, dai giardini del Quirinale. In merito alla durata del governo ha, poi, affermato: "È senza dubbio a termine". Infine ha lodato la scelta dei partiti "che comporta sacrifici" e ha risposto a una domanda sulla legge elettorale: "Sulla legge elettorale può darsi che ci sia una nuova sentenza della Consulta che questa volta potrebbe indicare piu tassativamente i punti da modificare della legge vigente. Il che non significa che non si ritiene costituzionalmente sostenibile un alto premio di maggioranza. Non significa che per soddisfare le esigenze poste dalla pronuncia della corte costituzionale si debba tornare a una legge proporzionale pura: si tratta di dare soluzione, salvaguardando quanto c'è di maggioritario nella legge elettorale".
Da Bologna, dove partecipa insieme a Gustavo Zagrebelsky e Roberto Saviano alla manifestazione "Non è cosa vostra" in difesa della Costituzione, organizzata da Libertà e Giustizia, Stefano Rodotà si dice sorpreso dalle parole di Letta. "Sono rimasto stupito che un politico accorto come l'attuale presidente del Consiglio, abbia detto che il prossimo presidente della Repubblica non sarà eletto con il sistema dei grandi elettori. Come ho detto prima, loro non ci sono riusciti e vogliono uscire dalle loro difficoltà per la via delle riforme istituzionali", ha detto il professore.
Anche Sel frena e al Pd Nichi Vendola dice: "Il fatto che noi parliamo di presidenzialismo o semipresidenzialismo in un Paese che non è riuscito nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi è segno di uno sbandamento culturale", spiega, aggiungendo che nei Paesi dove c'è il presidenzialismo ci sono anche straordinari contrappesi, assenti in Italia. "Noi, invece, ci troviamo in una condizione in cui l'equilibrio tra i poteri è stato l'oggetto di un bombardamento quotidiano del berlusconismo nel corso di un ventennio", dice. E accusa il Cavaliere di usare il Porcellum come arma di ricatto: "Siccome è lui che ha il coltello dalla parte del manico ogni giorno fa vedere chi comanda in questo scenario italiano", attacca il leader di Sel.
Ri riforma 'assolutamente inutile' parla il governatore lombardo, Roberto Maroni: ''Il capo dello Stato lo abbiamo appena eletto, mi pare francamente una riforma adesso assolutamente inutile'', ha commentato al Tg1, sull'ipotesi dell'elezione diretta del presidente.
Letta: "Mai più con le vecchie regole". In realtà Letta ieri, parlando al Festival dell'Economia di Trento, ha constatato - alla luce delle turbolente giornate che hanno portato poi alla riconferma di Napolitano - che "non è più possibile assegnare questa elezione a mille persone". E ha auspicato regole diverse, anche se non ha indicato nessun modello di riferimento: "Non è un sì al sistema francese. Il governo non si schiera sulle riforme costituzionali", viene specificato in seconda battuta da Palazzo Chigi. A decidere il percorso più adatto sarà dunque il Parlamento.
Il vero scoglio di una possibile intesa Pd-Pdl sul fronte del presidenzialismo potrebbe essere la riproposizione del Cavaliere come candidato premier. Ipotesi ventilata proprio oggi dal capogruppo Pdl alla Camera Renato Schifani che, nel programma di Sky di Maria Latella, ha rinnovato la candidatura di Berlusconi in quanto unico esponente del Pdl "in grado di drenare voti, per la sua storia e per la sua leadership", anche nel caso in cui per il Pd scendesse in campo Matteo Renzi.
Pd diviso. E già nel Pd si vanno formando due schieramenti opposti: i favorevoli al presidenzialismo secondo il sistema francese, tra cui Walter Veltroni, Matteo Renzi, Romano Prodi e anche il segretario Gugliemo Epifani. E i contrari all'elezione diretta del capo dello stato, Rosy Bindi e l'ala sinistra del partito in testa.
Pro e contro. Da un lato, dunque, il fronte presidenzialista riprende l'azione anche in Rete al grido di #eleggiamociilpresidente, hashtag coniato su Twitter dall'instancabile costituzionalista Giovanni Guzzetta, promotore di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare. Dall'altro il blocco che difende la Costituzione, guidato, appunto, da Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e Roberto Saviano, ricompattatosi oggi a Bologna.
Le critiche di Grillo. Intanto sul tema della repubblica presidenziale piovono critiche da Beppe Grillo: "Il governo nel frattempo fa solo proclami e si balocca con il presidenzialismo - scrive il leader dei 5 stelle sul suo blog - la legge elettorale che verrà sotto gli occhi vigili di Napolitano, la presa per il culo del falso taglio al finanziamento dei partiti (Letta perchè non restituisci subito i 46 milioni di euro del tuo partito come ha fatto il M5S?), la legge per eliminare il M5S dal Parlamento, la nuova Costituzione e altre amenità".