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Data: 03/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grillo attacca Letta: Italia al collasso. E i suoi sbarcano in tv

ROMA Il capo politico del Movimento Cinquestelle alza il tiro ogni giorno di più. Ieri sul suo blog Beppe Grillo ha scritto che «l’Italia è come un cammello che se debilitato può morire all’improvviso». E come se non bastasse, «il cammello Italia collasserà e gli italiani, ignari, lo verranno a sapere in prima serata, dopo la pubblicità e prima degli elicotteri». Davanti a tutto questo il governo di “Capitan Findus Letta” – annoverato fra i venditori di miraggi – sarebbe responsabile di limitarsi a fare «proclami baloccandosi con il presidenzialismo, la legge elettorale che verrà sotto gli occhi vigili di Napolitano, la presa per il culo del falso taglio al finanziamento dei partiti, la legge per eliminare il M5S dal parlamento, la nuova Costituzione e altre amenità».
Nel frattempo – lo schema del gioco di solito prevede anche questo - scendevano in campo i fedelissimi del capo a correggere il tiro sull’anatema che il leader 5 Stelle aveva lanciato sabato contro i giornalisti: «Faremo i conti con i Floris e i Ballarò - aveva sparato Grillo - e pure con Rodotà e la Gabanelli, quelli che ci si sono rivoltati contro».
I FEDELISSIMI
A tranquillizzare l’opinione pubblica ci ha provato Roberto Fico, ieri ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora: innanzi tutto, ha precisato il deputato 5 Stelle, l’attacco del comico genovese ai media non è in nessun modo paragonabile allo storico editto bulgaro del Cavaliere verso Santoro, Biagi e Luttazzi perché «ai giornalisti indicati da Grillo non succederà niente». Fico ha altresì smentito qualsiasi ipotesi di scissione all’interno del movimento, aggiungendo che sulle voci dei 40 parlamentari che vorrebbero lasciare il gruppo i giornali sono andati «molto oltre»: fra i grillini ci sono «dibattiti anche aspri», ha ammesso Fico, ma «stiamo lavorando in modo molto agguerrito».
Il parlamentare napoletano ha d’altronde ufficializzato la propria candidatura alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai («sono laureato in scienze della comunicazione» sostenendo che «la Rai dev’essere tolta dalle mani dei partiti perché è un bene pubblico, come l’acqua». Per il momento ha reagito solo il Pdl, ma in ordine sparso: secondo il presidente dei senatori Schifani non ci sono preclusioni; Rotondi voterà Fico; Cicchitto e Gasparri nemmeno per sogno. Ultimo nodo, quello del rapporto fra eletti 5 Stelle e programmi tv: la partecipazione di Fico alla trasmissione di Annunziata starebbe lì a testimoniare l’avvio di un nuovo corso. «Cerchiamo di andare in programmi dove escano fuori i contenuti», ha dichiarato Fico. Il che non sarà una regola, ma – per fare un esempio a caso – esclude categoricamente la partecipazione a qualsiasi talk show genere Ballarò.
Da segnalare, infine, che ieri Stefano Rodotà nel corso di un’affollato convegno a Bologna ha ribadito di non voler spaccare il Movimento e ha criticato il governo delle «larghe intese».

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