Il capogruppo Pdl: «L’Europa li deve togliere dal calcolo del deficit»
I terremoti hanno un costo elevato e aggravano il deficit italiano. L’Europa potrebbe aiutarci. «L’Italia deve ottenere dall’Ue lo scomputo dal calcolo del nostro deficit degli effetti prodotti dai due terremoti dell’Aquila del 2009 e dell’Emilia Romagna dell’anno scorso. Così si potrebbero liberare 22 miliardi senza sforare la soglia del 3%». È la terapia shock che propone il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, in un’intervista al Sole 24 Ore. I due eventi sismici hanno fatto perdere all’Italia almeno due punti di prodotto interno, «ovvero circa 32 miliardi». L’effetto trascinamento di quella mancata crescita sul deficit 2013 equivale a un punto di Pil. Ovvero «16 miliardi di mancata crescita - spiega Brunetta - cui vanno aggiunti 6 miliardi per la ricostruzione, per un effetto complessivo sul deficit di un punto e mezzo di Pil, ovvero 22 miliardi». Se si ottenesse lo scomputo dai vincoli Ue dell’effetto terremoti, è il ragionamento, piuttosto che chiudere il 2013 con un deficit/Pil pari a -2,9% (2,4% + 0,5% dovuto al pagamento dei debiti della Pa), il disavanzo si fermerebbe a -1,4%, liberando appunto quei 22 miliardi. E per Brunetta è difficile ma si può fare «facendo valere quello che prevede il Trattato dell’Unione nel caso di special circumstances in un regolamento del ’97». Non si capisce, però, se l’operazione potrebbe comportare effetti immediati anche per le zone terremotate, liberando, magari, risorse aggiuntive per la ricostruzione, o se sarebbe utile esclusivamente per agire sulla leva fiscale, non solo con il blocco di Iva e Imu sulla prima casa, ma anche con decontribuzione e defiscalizzazione sui neoassunti e sgravi sulla produttività.