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Data: 03/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fisco, gli sconti tornano nel mirino

Il riordino delle agevolazioni è nella delega che sta per riprendere il suo iter parlamentare

IL PROGETTO
ROMA Questa volta non si riparte affatto da zero. Se davvero la delega che serve a riformare il sistema fiscale riprenderà il suo corso dopo lo stop imposto dalla fine della scorsa legislatura, il governo avrà ha disposizione una mappa per orientarsi al meglio. Vale a dire il lavoro di ricognizione sulle cosiddette tax expenditures realizzata due anni fa da un gruppo di lavoro nominato dal ministro Tremonti e affidato a Vieri Ceriani, tecnico di Bankitalia poi sottosegretario del governo guidato da Mario Monti.
Un lavoro certosino durato tre mesi e presentato in parlamento alla fine del 2011 che fa un quadro completo del castello di agevolazioni fiscali (detrazioni, deduzioni, sconti e bonus ) attraverso le quali imprese e cittadini riescono a pagare meno tasse. Una colonna portante del sistema fiscale divenuta però nel corso del tempo un paradigma degli sprechi all’italiana. Nessuno infatti, al ministero del Tesoro, poteva credere che le voci che compongono questa giungla di facilitazioni fiscali fosse così elevato. Sono 720 e a conti fatti si tratta di un elenco capace di drenare 160 miliardi alle casse dello Stato: soldi distribuiti talvolta in maniera indiscriminata.
UNA GIUNGLA DA DISBOSCARE
Gli esperti fiscali hanno stilato un elenco di 11 possibili criteri di classificazione (riconducibili a 4 macro settori), in modo da consegnare all’autorità politica un quadro di emergenze sulle quali intervenire. Al primo posto le agevolazioni per le persone fisiche che si attestano a 103 miliardi di euro, di cui la parte più consistente è rappresentata dalle voci che riguardano lavoro e pensioni (56,8 miliardi). Le agevolazioni per la famiglia valgono invece 21,5 miliardi e quelle per la casa 9,1 miliardi. Poi ci sono le erogazioni liberali e terzo settore (135 milioni) e infine le altre agevolazioni (15,9 miliardi). Tra le più importanti, le agevolazioni in materia di enti commerciali e quelle sulle imposte dirette in materia di impresa, che valgono 10,1 miliardi. Le agevolazioni sulle accise costano 3,6 miliardi e quelle del settore Iva 38,8. Infine le voci relative a registro e imposte catastali che valgono 5,2 miliardi. Nel labirinto delle agevolazioni c’è un po’ di tutto. Così trovano posto la grande scelta sociale (aiuti ai disabili, ai pensionati, alle famiglie) ma pure le decine di norme aiuta-categoria che lobby di potere parlamentare hanno infilato nel sistema fiscale. L’intenzione del governo è disboscare questa giungla. E un assaggio c’è già stato qualche giorno fa. Quando il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha annunciato che la copertura dell’ecobonus per l’efficienza energetica sarà finanziato con un aumento dell’Iva (dal 4 al 10% ) sui gadget legati ai prodotti editoriali e sulle bevande e prodotti alimentari dei distributori automatici.
L’opera complessiva di taglio e ristrutturazione delle tax exprenditures non sarà comunque semplice. Gran parte di queste agevolazioni sono difficilmente eliminabili: basti pensare alle detrazioni per il lavoro dipendente, le pensioni, i carichi di famiglia, la casa, i mutui e le spese sanitarie). Le detrazioni per il coniuge, i figli e i parenti a carico, ad esempio, interessano circa 12 milioni di contribuenti e fanno parte del cosiddetto gruppo protetto. Con ogni probabilità, le prime agevolazioni a saltare saranno gli sconti di importo minore, quelli che riguardano pochi contribuenti e quelli in contrasto con altri principi dell'ordinamento fiscale.

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