PESCARA. La stazione di una città turistica è un biglietto da visita importante.
Qualcuno lo considera determinante, al pari di monumenti, delle attrazioni, del panorama: è il primo luogo che un turista ‘vive’ appena arrivato. Il ‘benarrivato’ lo si assapora anche qui, tra binari ed edicole, odore di viaggi e cornetti appena sfornati.
La stazione di Pescara ha avuto fasi altalenanti, oggi dispone di un bar ben attrezzato e fornito, due edicole, scale mobili funzionanti ad intermittenza. Di notte rifugio di senza tetto, di giorno crocevia mai troppo affollato di pendolari, lavoratori e turisti che devono fare i conti con la mancanza dell’alta velocità e treni lumaca.
Se la pulizia e il caos possono passare inosservati (soprattutto a chi sguscia via in fretta) di sicuro la carenza di servizi si fa notare.
In questi giorni qual è il voto allo scalo ferroviario pescarese che si appresta a ricevere il traffico vacanziero? Il punteggio in queste ore sarebbe molto basso. Come ci segnala un nostro lettore passato alla stazione di mattina presto le condizioni sono più che critiche.
Accesso ai binari 2-3 impedito: scale mobili ed ascensori guasti. Non restano che le scale per trascinarsi dietro tutti i bagagli, sperando che non siano troppo pesanti sebbene al binario 3 arrivano i treni a lunga percorrenza. «Ci scusiamo per il disagio», avverte un cartello. E i disabili?
Stessa richiesta di scuse davanti alla porta di uno dei bagni dello scalo.
«Wc fuori servizio». In quelli funzionanti, invece, la sporcizia dilaga sebbene la stazione di Pescara non sia poi così trafficata e mantenere un certo decoro dovrebbe essere un obbligo. Il bagno dei disabili è invece chiuso a chiave e anche in questo caso c’è un cartello. Niente scuse, ma semplicemente un numero di telefono nel caso che qualcuno abbia bisogno della chiave.