ROMA Era ben congegnata - e in cinque anni avrebbe fruttato almeno 22 milioni di euro - la truffa ai danni dell’Inps e del ministero della Giustizia che ieri si è conclusa con quattro arresti eseguiti dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma. Sedici gli indagati tra i quali spicca il nome del senatore Aldo Di Biagio, ex deputato finiano eletto nel 2008 e rieletto a Palazzo Madama, nel febbraio scorso, con i montiani di Scelta civica per l’Italia. Associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, falsit e riciclaggio sono i reati contestati a vario titolo. Nel mirino degli inquirenti sono finiti due avvocati romani - Gina Tralicci e Nicola Staniscia - il cui studio legale metteva in atto ricorsi contro l’Inps per conto di centinaia di ignari pensionati (alcuni deceduti, altri residenti all'estero), allo scopo di ottenere gli oneri accessori sulle pensioni. Non solo. I due professionisti, secondo l’accusa, passavano poi a fare causa al ministero della Giustizia per le lungaggini processuali della giustizia civile. Depositavano ricorsi presso la Corte d’appello di Perugia in base alla legge Pinto e richiedevano i risarcimenti previsti. Un’autentica associazione per delinquere, secondo il Gip di Roma, Paola Della Monica, che ieri ha firmato le misure di arresto. Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardano, oltre alla coppia di avvocati, una sedicente impiegata dell'Ente Nazionale di Assistenza sociale operante in Croazia, Adriana Mezzoli. L’Enas ha però smentito l’arresto di propri di dipendenti. Un quarto provvedimento è stato invece recapitato a Barbara Conti, collaboratrice dello studio legale al centro dell’inchiesta, alla quale sono stati concessi i domiciliari. Ma nella corposa ordinanza compare - tra gli indagati - anche il nome del senatore Aldo Di Biagio. Per il gip il senatore eletto nella circoscrizione Europa ha preso parte al sistema fraudolento intascando una notevole somma di denaro frutto di reato. «Di Biagio - si legge nelle carte - è risultato direttamente beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari liberi emessi dalla Banca Intesa Sanpaolo all'ordine di soggetti stranieri ricorrenti e richiesti dai coniugi Tralicci e Staniscia». Soldi incassati in cambio di servizi resi dal momento che secondo la procura il ruolo del politico - già consigliere per le relazioni internazionali dell’ex ministro dell’Agricoltura, Gianni Alemanno - era quello di individuare i nominativi da sottoporre all'istituto di previdenza. «Ancora non conosco le accuse e già il mio nome è in pasto ai media in un carosello di fango e sciacallaggio, come capro espiatorio di un intero sistema. Sono indignato di tanta vergognosa speculazione», ha commentato Di Biagio dicendosi pronto a rimettersi al giudizio della magistratura. I soldi ottenuti illecitamente venivano investiti anche in immobili di lusso: una villa a Cortina d’Ampezzo, un appartamento a Londra, immobili nel centro di Roma. Il patrimonio è stato sequestrato, compresi i 2,5 milioni di euro trovati sui conti di Staniscia e Tralicci. Ma dalle indagini è emerso che l’organizzazione incassava il denaro anche grazie alla compiacenza di alcuni soggetti, tra cui l’ex dipendente di Banca Intesa Vincenzo Palazzo, indagato per riciclaggio. Nelle maglie dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi è poi rimasto invischiato anche un docente universitario della Sapienza di Roma, Paolo Garau, indagato per aver falsamente attestato che il figlio di Staniscia aveva superato un esame quando, in realtà, il ragazzo conosceva le domande che gli sarebbero state poste.