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Data: 05/06/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Il Consiglio regionale non ama le donne No alla doppia preferenza di genere Petri (Pdl): «Una grave ingiustizia»

PESCARA È l’assemblea regionale più prolifica d’Italia per numero di leggi approvate: 3.356 dal 1972 al 2012. Il Consiglio dell’Abruzzo guida la classifica, seguito dalla Toscana (3.035) e dalla Sicilia (3.022). Ma proprio nel giorno in cui il presidente dell’Emiciclo Nazario Pagano traccia un positivo bilancio dell’attività legislativa, una macchia sporca quella medaglia appuntata al petto del legislatore regionale. La conferenza dei capigruppo ieri mattina, rimangiandosi la promessa fatta nelle scorse settimane a numerose associazioni di donne, ha deciso di non riportare in aula, nella prossima seduta del Consiglio, la proposta per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale. «Lo considero un fatto grave e ingiusto - protesta Alessandra Petri, consigliera regionale del Pdl -. I colleghi che nel segreto dell’urna avevano bocciato nelle scorse settimane l’introduzione della doppia preferenza di genere (8 a favore e 24 contrari) oggi non hanno avuto il coraggio di rivotarla in aula con scrutinio palese». Di «vergogna» e «clamorosa scorrettezza nei confronti delle donne abruzzesi» parla anche Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione comunista. «La prossima seduta del Consiglio sarà l'ultima utile, prima che scatti il divieto statutario di modificare la legge elettorale in vista delle consultazioni - ricorda Acerbo -. La proposta della doppia preferenza di genere era stata bocciata pochi mesi fa ricorrendo a un illegittimo e illegale voto segreto. Per evitare di doversi esprimere a viso aperto, Pdl, Pd e compari hanno preferito impedire il ritorno in aula della questione». Cestinata dunque la doppia preferenza, la conferenza dei capigruppo ha deciso di mettere il turbo invece a un altro provvedimento, che modifica la legge 51 del 2004 promettendo di far saltare tutti i buoni propositi di riduzione dei costi della politica. «Questa modifica - spiega la Petri - comporta l’incompatibilità fra il ruolo di consigliere e quello di assessore regionale. Se verrà approvata, ci sarà un aumento di spesa di circa 640mila euro l’anno, rispetto alla riduzione dei costi prevista in precedenza». Donne mortificate e aumento delle poltrone: questo dunque il bilancio dei lavori della conferenza dei capigruppo di ieri. La giornata a Palazzo dell’Emiciclo si era aperta con ben altra atmosfera. Il presidente del Consiglio aveva snocciolato i dati del Rapporto sullo stato della legislazione, sottolineando il primato dell’Abruzzo per quanto riguarda le norme promulgate. «Per alleggerire il corpus legislativo - ha detto Nazario Pagano - è stato avviato negli anni un riordino con l’abrogazione di 384 leggi». Al 31 dicembre 2012, in Abruzzo risultano vigenti 2.972 leggi regionali. È il 2012 l’anno più fecondo per il legislatore regionale: presentati 134 progetti, a fronte dei 495 depositati nel corso della legislatura (375 dai consiglieri, 120 dalla Giunta). Dei 375 progetti di legge d’iniziativa consiliare, 162 sono della maggioranza, 174 della minoranza e 39 «bipartisan». Nei primi quattro anni della IX legislatura il Consiglio ha approvato 210 leggi, con una media di 4,4 al mese. Per quanto riguarda il contenzioso legislativo, la Regione Abruzzo si attesta al decimo posto: nel 2012 è stato impugnato il 18% delle 72 leggi approvate. «Il Consiglio - ha ricordato ancora Pagano - ha legiferato anche in tema di ricostruzione. In particolare l’assemblea ha approvato leggi riguardanti la ripresa delle attività produttive nel cratere sismico e l’istituzionale dell’Osservatorio regionale sulla ricostruzione. In tema di trasporto pubblico locale, è stata concessa durante l’emergenza la gratuità per tre anni ai residenti dell’Aquila. Il terremoto - ha concluso Pagano - ha caratterizzato questa legislatura».

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