Sui fondi il primo cittadino invita gli aquilani a mantenere alta la vigilanza Via libera anche agli emendamenti su precari e assistenza alla popolazione
L’AQUILA È stato approvato dalle commissioni del Senato l’emendamento del relatore al decreto emergenze per un finanziamento di 1,2 miliardi di euro da destinare alla ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni del cratere. Questo fondo, derivante da un aumento delle tasse sulle marche da bollo, viene scaglionato in 200 milioni l’anno per 6 anni. Un altro emendamento approvato dalle commissioni del Senato è quello del governo che acconsente a una deroga ai vincoli del patto di stabilità per 30 milioni di euro a favore degli investimenti degli enti locali del cratere. Approvato anche l’emendamento, nella sua quarta versione, per la proroga dei precari dei comuni e della Provincia dell’Aquila che sono stati impegnati nella ricostruzione. Lo stanziamento in questo caso è 2 milioni 780 mila euro. Sono stati approvati, inoltre, emendamenti per il sostegno al Comune e alla Provincia dell’Aquila, per l’affitto delle sedi provvisorie, nuove regole per l’assistenza alla popolazione e nuove misure per l’accelerazione delle procedure. «Le notizie che arrivano da Roma» ha detto ieri pomeriggio il sindaco Massimo Cialente (che in mattinata aveva minacciato lo scoppio in città di moti come quelli del 1971 per il capoluogo di regione) «tracciano indubbiamente un quadro meno oscuro di quello che si andava delineando nelle prime ore della mattina. Per quanto riguarda l'emendamento di 1,2 miliardi spalmato su 6 anni devo rilevare che, a tutt’ora, non è ancora chiaro se i proventi dell'aumento delle marche da bollo relative al 2013 pari a 98 milioni di euro siano stati assegnati al finanziamento delle missioni militari all'estero oppure siano stati assegnati al Cratere. Ciò non toglie che io debba esprimere ancora la mia insoddisfazione nel segnalare, per l'ennesima volta, la necessità assoluta che una parte del miliardo e 200 milioni (che ricordo essere stata da me chiesta per il Cratere quando al Comune dell'Aquila occorrono subito 800 milioni) debba essere resa anticipabile con cassa e competenza negli anni 2013-14 e 15, unico modo per rispettare il cronoprogramma del Comune dell'Aquila, cronoprogramma condiviso dal presidente Enrico Letta che si è impegnato a rispettarlo finanziandolo di anno in anno per la somma prevista». «Altrimenti», prosegue Cialente, «200 milioni l'anno, in 6 anni, saranno del tutto insufficienti per ricostruire in tempi compatibili con le scelte di vita e le speranze dei cittadini. Ribadisco che l'accordo sottoscritto la settimana scorsa al Senato tra me ed il Governo, oltre il finanziamento di 1,2 miliardi prevedeva questa possibilità attraverso un meccanismo di anticipazione bancaria, di cifre peraltro modeste, da concedere direttamente ai proprietari delle case. L'emendamento era stato presentato per conto del Governo direttamente dal relatore Esposito ma la Ragioneria dello Stato, quindi il ministero dell'Economia, hanno fatto marcia indietro. Non va bene.La previsione di una parziale anticipazione è aspetto centrale, poiché il Comune dell'Aquila è ormai nelle condizioni di dare avvio, quest'anno a cantieri per oltre 2 miliardi di euro già sulla base dei soli progetti presentati ed in gran parte già approvati ai primi del mese di maggio. Ritengo, quindi, che in questi giorni e nel passaggio del testo alla Camera, dovremo continuare ad insistere perché al Comune vengano anticipati 300 milioni per quest'anno e 100 milioni nel 2014 ed altri 100 milioni nel 2015. Per questo motivo invito tutti i cittadini aquilani a mantenere uno stato di vigilanza e mobilitazione. Questa mattina, con l'onorevole Giovanni Lolli, abbiamo incontrato il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina che ha la delega per la cassa depositi e prestiti e con il quale abbiamo avviato il ragionamento di come recuperare il meccanismo del mutuo dello Stato con la cassa stessa».