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07/06/2013
Il Messaggero
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Commissioni, primo strappo tra i 5Stelle. Giarrusso si dimette e accusa Crimi che, in ritardo, non vota: mele marce, accordo per salvare Berlusconi. Replica: mi ero perso |
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ROMA Le tre caselle ancora da assegnare sono andate come da prassi all’opposizione: il leghista Giacomo Stucchi alla Bicamerale del Copasir, il 5Stelle Roberto Fico alla Vigilanza Rai e Dario Stefàno (Sel) alla Giunta delle elezioni e dell’immunità di Palazzo Madama. Larghissime intese? Macché. Una maionese impazzita. L’accusa più grave è quella che parte da Grillo. Un colpo basso al partito di Vendola: aver concesso la presidenza della Giunta a Sel grazie a un inciucio con la maggioranza per allontanare Silvio Berlusconi dal rischio ineggibilità. Parole pesanti. La replica di Massimiliano Smeriglio, membro della direzione Sel: «Se si intende dire che non abbiamo il giustizialismo nel nostro Dna allora è vero. Dario è un moderato, non è mai partito da posizioni ideologiche». CHI L’HA VISTO?
Ed ecco il giallo semi-serio che da ieri semina lo scompiglio in casa grillina. Il portavoce Vito Crimi dato per disperso negli uffici di Sant’Ivo alla Sapienza. Chi l’ha visto? «Mi sono perso, mi spiace oggi è stata una giornataccia - ha allargato le braccia il senatore bresciano - ho avuto vari adempimenti da sbrigare. Alla fine non ho nemmeno trovato la strada. E c’è stato un inghippo». Parole che non hanno chetato Mario Michele Giarrusso - uno dei 4 membri 5Stelle in Giunta, insieme a Serena Fuksia, Antonio Buccarella e allo stesso Crimi - che in questo modo ha ottenuto solo 3 voti (e comunque non sarebbe stato eletto). Hanno dovuto quasi fermarlo. Imbufalito. Uscendo dalla stanza Giarrusso ha incrociato Crimi e non lo ha salutato. È sbottato: «Sì, abbiamo votato ma il nostro capogruppo non c’era, non si è presentato». Perché? Risposta: «Bisognerebbe chiederlo a lui». E non è finita. Giarrusso poco dopo ha preso carta e penna e ha chiesto al presidente del Senato Grasso di sostituirlo «visto che non ci si può dimettere». «Stefàno - ha sparato a zero l’esponente grillino - è un infiltrato dell’Udc». Giarrusso ha lanciato quindi due messaggi. Il primo a uso esterno: «In Giunta c’è una maggioranza palese ed una occulta e trasversale che vogliono salvare il Cav». L’altro a uso interno: «Da noi le mele marce se ne devono andare». Un messaggio che rischia di aprire una voragine tra i parlamentari 5Stelle. Molto prima che ci si sedesse intorno a una tavolo Giarrusso - che già in passato aveva avuto uno scontro molto duro con il suo portavoce - aveva parlato di inciucio Pd-Pdl. «Non vogliono che a noi vada la presidenza del Copasir», aveva gridato ai 4 venti il parlamentare catanese. E in effetti a molti era sembrato eccessivo.Il comitato che controlla gli 007 fosse guidato da un seguace di Beppe Grillo. Il quale dovrà ora arginare lo scisma di un gruppo che si sta sfarinando. GRILLO CONTESTATO
La telefonata di Grillo al deputato M5S Alessandro Furnari, dato ormai in uscita, la dice lunga. Il leader stellato - contestato ieri a Torvaianica da un giovane che poi ha invitato sul palco - ha chiamato il deputato tarantino. Nessuna telefonata a Vincenza Labriola, prossima all'approdo nel gruppo misto. L’esodo potrebbe riguardare altri 10 parlamentari molto vicini a Rodotà. Ieri assemblea e nuovo incontro-scontro sulla diaria.
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