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Data: 07/06/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Carroccio, alta tensione fra Maroni e Bossi

Roberto e Umberto nemici a distanza in due comizi. Segretario cauto: «Non parlo delle beghe interne»

MILANO Come un anno fa, per la campagna elettorale della Lega, occhi puntati su due piazze diverse. A Treviso, per Roberto Maroni. E a Brugherio, per Umberto Bossi. Ai ballottaggi la Lega ci arriva nel mezzo del duello (sempre a distanza, finora) fra il segretario che è titolare della linea politica e il presidente-fondatore che sogna il ritorno in sella a suon di interviste e che mercoledì ha ammesso di volersi ricandidare quando ci sarà il nuovo congresso federale nel 2014. Ad alimentare la polemica sono ora le opposte fazioni del Carroccio. In Lega «c’è un po’ di gente nervosa che ha buttato fuori troppa gente, da lì sono derivate un po’ di reazioni», ha detto Bossi senza grande enfasi prima di lasciare Roma. Ma quindi tutto può rientrare? «Sì, sì», ha buttato lì il Senatùr in modo sbrigativo. Ieri sera è andato in piazza a Brugherio, in Brianza, per l’unico suo comizio in vista dei ballottaggi, a sostegno del candidato sindaco Maurizio Ronchi. Maroni è invece andato in Veneto e in contemporanea al comizio di Bossi ha chiuso la sua unica giornata elettorale per i ballottaggi a Treviso, a sostegno di Giancarlo Gentilini. Per ora, il segretario della Lega e governatore della Lombardia ha lasciato cadere ogni discorso sulle polemiche che scuotono partito. «Non fatemi parlare delle beghe interne alla Lega, perché di quello non parlo», ha detto Maroni ai giornalisti arrivando a Bussolengo, in provincia di Verona, per sostenere il candidato sindaco, Massimo Girelli. La sua linea insomma non cambia: mostrare di non occuparsi delle «beghe» e parlare invece, con un fitto racconto quotidiano via Twitter, degli impegni alla guida della Lombardia. A rispondere al Senatùr sono così rimasti Giacomo Stucchi, neo-presidente del Copasir, che ha ricordato come «le parole di Bossi possano causare danni in vista dei ballottaggi». E il vice-segretario Matteo Salvini, tornato a invitare «tutti a lavorare tanto e parlare poco: per Bossi c’è eterna riconoscenza ma il segretario eletto è Maroni». L’ex deputata veneta Paola Goisis, espulsa dopo le tensioni di Pontida, è invece la voce che quotidianamente offre sostegno alla sfida di Bossi: per esempio ha riferito che ci sarebbe «un sondaggio riservato ad uso interno» che dà la Lega «all’1%, un partito ormai distrutto».

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