PESCARA «Dalle risposte del ministro ci siamo sentiti nuovamente schiacciati verso il basso, soprattutto per quel che riguarda le richieste politiche che avevamo portato al tavolo del Patto per lo sviluppo». Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil, si fa interprete della freddezza che serpeggia tra i sindacati dopo l'incontro con Maurizio Lupi, titolare del Dicastero alle Infrastrutture e ai Trasporti: «Siamo consapevoli che le risorse sono quelle che sono, ma il punto per noi era un altro: la necessità di aprire dei tavoli con il Governo e le altre Regioni confinanti su opere come la Civitavecchia-Ortona, che coinvolge il Lazio, o la mobilità ferroviaria lungo la linea adriatica, dove è indispensabile il dialogo con Marche, Puglia e Molise. Su questo il ministro non si è pronunciato: c'è solo l'impegno di Chiodi a realizzare incontri periodici ogni tre mesi». A detta dei sindacati mancherebbe, insomma, una regìa in grado di guidare un sistema che quando si parla di infrastrutture coinvolge sempre vaste aree, e non singole regioni, oltre a richiedere un’interlocuzione costante con il Governo e l'Europa.
«FIERA DELL’IPOCRISIA»
Il governatore Gianni Chiodi si dice invece soddisfatto di avere incassato 207 milioni di euro per rilanciare le infrastrutture abruzzesi, e replica alle critiche del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro: «Quella di D'Alessandro mi sembra davvero la fiera dell'ipocrisia. Definisce una farsa l'accordo quadro firmato dal ministro Fabrizio Barca, un leader del suo partito. Critica l'arrivo in Abruzzo del ministro Lupi, rappresentante di un Governo sostenuto dal Pd. Annuncia che non parteciperà al tavolo della Consulta mentre due parlamentari del suo partito, Vittoria D'Incecco e Antonio Castricone, vengono a salutare il ministro al suo arrivo». Poi la questione più stringente: «Di norma quando si firma un accordo quadro infrastrutturale è una notizia importante. Perché si tratta di un atto fondamentale da cui scaturiscono le delibere Cipe che saranno finanziate nella seduta del 22 giugno». In un'unica o in più soluzioni? «Lo vedremo, ma in ogni caso è un fatto inarrestabile. D'Alessandro non dovrebbe dimenticare che negli ultimi dieci anni non è stata licenziata una sola delibera dal Cipe che ha riguardato l'Abruzzo. E ancora una volta dimostra la sua cultura da sterile oppositore, tra l'altro smentito, oltre che dai fatti, dagli stessi suoi parlamentari».
«UN INCONTRO COSI’ COSI’»
Di incontro andato «così così» con Lupi parla anche il segretario regionale della Uil, Roberto Campo: «Bene la condivisione della nostra denuncia contro lo smantellamento degli scali di Ortona porto e di San Salvo. Bene anche che il Cipe inizi a dare concretezza a investimenti in infrastrutture che da anni vivono solo sulla carta, e al piano di manutenzione Anas. Ma l'intesa generale quadro deve ancora trovare i due terzi delle risorse e il cronoprogramma che abbiamo chiesto è tutto da costruire». La Uil sottolinea in particolare una debolezza strategica: «Le scelte sull'aggancio dell'Abruzzo al Corridoio 5 come ponte di terra tra Adriatico e Tirreno andrebbero fatte a brevissimo, come la definizione della programmazione 2014-2020». Impegni concreti, insomma, che facciano seguito al realismo dimostrato dai sindacati: «Non abbiamo chiesto la ferrovia Pescara-Roma, ma la valorizzazione dell'autostrada esistente. Non stiamo chiedendo la nuova infrastruttura per l'alta velocità, ma la velocizzazione della linea adriatica. Siamo passati da un’intesa generale-quadro di sei miliardi a una inferiore al miliardo. Noi siamo realisti, il Governo e la Regione siano credibili».