Per Silvio Berlusconi «la ricostruzione è una emergenza nazionale e il rifinanziamento deve avvenire seriamente, non con pochi milioni di euro, ma con almeno un miliardo di euro l’anno». Per Massimo Cialente, invece, la protesta andrà avanti finché la ricostruzione «non riceverà la stessa attenzione dei fratelli emiliani». Sono giorni caldi, questi, per la vicenda terremoto. Silvio Berlusconi è tornato a farsi sentire dopo un lungo silenzio sull’argomento: «Ho esaminato nel dettaglio con Gianni Chiodi i problemi della ricostruzione - afferma -. Come tutti sanno nel periodo dell’emergenza mi ero personalmente impegnato affinché all’Aquila si facessero miracoli. Sono stati fatti. E le uniche risorse spese sino ad oggi sono ancora quelle stanziate proprio dal mio Governo. Dopo il successivo e ancora attuale periodo di blocco è ora il momento di ripartire». Paola Pelino concorda con il Cavaliere, ricordando i due disegni di legge presentati. La Pezzopane no: «Se non sta “sparando” venga in Senato». Massimo Cialente, invece, non raccoglie l’invito lanciato dal sottosegretario Giovanni Legnini in un’intervista al Messaggero («Fa bene a difendere la città, mi auguro possa farsi promotore della cessazione delle forme clamorose di protesta») all’indomani dell’emendamento che assegna 1,2 miliardi di euro alla ricostruzione, spalmati in sei anni. «Giovanni sa - dice - che se questo risultato si è ottenuto, si deve solo e unicamente alla mobilitazione della città e quelle che egli definisce “forme clamorose di protesta”. Senza queste ferme posizioni, rispetto alle assicurazione del Governo Monti, è a tutti noto che, con l’inserimento nell’agenda di Governo dell’abolizione dell’Imu, la vicenda aquilana, per il 2013, era stata accantonata». Cialente dà atto a Legnini «di essersi battuto insieme alla Senatrice Pezzopane come un leone» e concorda anche sui contenuti: «Condivido che il reperimento del miliardo e 200 milioni sia il primo passo, una prima vittoria, ma il risultato è insufficiente e, rispetto all’accordo sottoscritto con il Governo dieci giorni fa, è un passo indietro». Qui il sindaco fa un passo avanti, rivelando quali sono le reali esigenze di cassa: «Non abbiamo mai chiesto il miliardo per il cratere, né tanto meno gli 830 milioni assolutamente indispensabili per L’Aquila, in un’unica soluzione. Non servirebbe. Noi, e l’ho ripetuto sino alla nausea, abbiamo bisogno che il miliardo e duecento milioni, attraverso il meccanismo di anticipazione, venga dato come cassa nel 2013 per 376,8 milioni, 21,2 milioni per il 2014-2015. Con queste anticipazioni saremmo in condizioni di rispettare il cronoprogramma e ricostruire in 3 anni l’asse centrale».
De Matteis ci riprova «Soldi dall’Emilia»
L’assessore Pietro Di Stefano sostiene la linea di Cialente sui fondi della ricostruzione. «Questo è un punto di partenza ma bisogna vedere cosa succede nella legge di stabilità. Mi aspetto una forte azione nei confronti dalla Ue per far comprendere che le calamità naturali non possono entrare nel conteggio dell'indebitamento pubblico. Vogliamo concretezza e che si sappia che a decidere sulla ricostruzione deve essere il Comune». «Insomma, questo miliardo, ci serve o non ci serve? - si chiede Giorgio De Matteis - è in questo modo che diventiamo poco credibili a Roma». Il leader di L'Aquila città aperta non ha potuto fare a meno di notare che la presa per i fondelli continua: «Il ministro Carlo Trigilia in perfetta continuità con Barca è venuto a dire che otto anni sono troppi per la ricostruzione - spiega - Allora che ci diano i soldi». Per De Matteis sarebbe stato meglio non prendere il miliardo a rate». Per De Matteis L'emendamento "prendi dall'Emilia" resta l'unica strada. «Vedremo se il Pd romano avrà il coraggio di votarlo». Poi l’attacco: «Stefania Pezzopane ha detto di aver smosso le montagne, mi chiedo cosa sarebbe successo se fosse rimasta ferma». Letta e Saccomanni sono due personaggi strategici per la ricostruzione ma ancora non hanno preso posizione.
E l’assessore provinciale alla ricostruzione Guido Quintino Liris dice: «Non c'è nulla da festeggiare, così siamo deboli. Non condivido i toni trionfalistici da parte di alcuni rappresentanti del territorio aquilano. Ringrazio certamente per l'impegno l'amica Federica Chiavaroli e la senatrice Stefania Pezzopane, ma sulla Ricostruzione non ci siamo». Sottolinea laconico Liris: «E' più che mai urgente una strategia condivisa per manifestare il nostro malcontento. Esprimo soddisfazione per le misure relative ai precari e alla deroga ai vincoli del Patto di Stabilità per gli investimenti nel cratere, ma non possiamo, da aquilani e da amministratori, ritenerci soddisfatti delle risorse finanziarie promesse all'Aquila e al cratere». Quindi la proposta: «Ritengo sia doveroso e necessario rendere più compatto e più corposo il fronte aquilano. Per fare ciò mi farò promotore di un incontro tra il territorio aquilano e tutti i Parlamentari Abruzzesi. Questa volta solo spingendo tutti insieme in mischia segneremo la méta più importante».