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Data: 08/06/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi: L’Aquila priorità nazionale. L’ex premier sollecita 1 miliardo l’anno. Pronta la replica di Pezzopane: venga in parlamento a convincere i suoi

L’AQUILA «La ricostruzione dell’Abruzzo è un’ emergenza nazionale, e il rifinanziamento deve avvenire seriamente, non con pochi milioni, ma con almeno 1 miliardo di euro l’anno». A scendere in campo per sostenere il diritto del cratere ad avere i fondi necessari per la ricostruzione è l’ex premier Silvio Berlusconi che, dopo un lungo periodo di silenzio, torna a far sentire la sua voce sull’Aquila e sulle zone devastate dal sisma del 2009. «Già all’atto della costituzione del governo, abbiamo ripetuto al presidente del consiglio Enrico Letta» aggiunge Berlusconi «che per il Pdl questa è una priorità. Ho esaminato nel dettaglio con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, i problemi della ricostruzione in Abruzzo», continua ancora Berlusconi in una nota, ricordando il suo impegno nel periodo dell’emergenza (quasi una trentina le sue visite all’Aquila e dintorni). «Come tutti sanno nel periodo dell’emergenza mi ero personalmente impegnato affinchè all’Aquila si facessero miracoli. Sono stati fatti. E le uniche risorse spese finora sono ancora quelle stanziate proprio dal mio governo. Dopo il successivo – e ancora attuale – periodo di blocco, ora è il momento di ripartire. Ritengo la questione della ricostruzione dell’Abruzzo un’ emergenza nazionale. Il rifinanziamento della ricostruzione deve avvenire seriamente, non con pochi milioni di euro l’anno, ma con almeno 1 miliardo di euro l’anno come abbiamo sempre dichiarato e come abbiamo ripetuto al presidente del Consiglio dei ministri. Per noi questa è una priorità del governo di cui facciamo parte. E il presidente Letta ne è pienamente consapevole». Immediata la replica della senatrice Stefania Pezzopane (Pd), con tanto di invito a Berlusconi «a sostenere al Senato il decreto con le misure per L’Aquila». «A Berlusconi», afferma Pezzopane, «rispondo di non parlare e basta ma di venire al Senato dove è stato eletto e dove si sta esaminando il decreto emergenze che riguarda anche la ricostruzione dell'Aquila e del cratere. Se alle sue parole di allora fossero seguiti i fatti, ora non saremmo in queste condizioni. Certo che L’Aquila è una priorità nazionale, è dal 6 aprile del 2009 che lo diciamo. Ma non bastano i comunicati stampa, bisogna fare quello che si dice. Se come noi chiedevamo», prosegue Stefania Pezzopane, «fosse stata introdotta una tassa di scopo subito dopo il terremoto, quando il Paese era sensibile e disponibile, ora la situazione sarebbe diversa. Ma allora si disse che la ricostruzione si sarebbe fatta senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ecco il risultato: la ricostruzione è bloccata per carenza di soldi. Ma se Berlusconi crede a quello che dice e non sta facendo la solita sparata alle spalle dei terremotati, venga in Senato e combatta con me. Non era in commissione, né in aula in questi giorni. Venga a convincere i suoi parlamentari, ai quali sembrava troppo anche il poco stanziato nell'emendamento a mio nome approvato dalle commissioni competenti. Venga a convincere il ministero dell’Economia e la Ragioneria generale dello Stato. Lui è senatore e il decreto è in discussione al Senato dove si discuterà a breve la legge di stabilità. Il Pd e d'accordo, se lo è anche Berlusconi, perché allora non si fa? Tanto è vero» conclude Pezzopane «che un emendamento che prevedeva esattamente quanto lui dice è stato già bocciato». A fianco di Berlusconi si schiera, invece, la senatrice del Pdl, Paola Pelino. «Il nostro governo ha gestito in maniera eccezionale la fase dell'emergenza. Oggi siamo di fronte alla fase della ricostruzione che appare assai complessa e purtroppo lenta a causa delle incerte risorse finanziarie. Motivo per il quale ho presentato due disegni di legge. Nel primo si chiede al governo di garantire per L'Aquila e per il cratere, in un capitolo ad hoc del bilancio dello Stato, un miliardo all'anno per almeno sei anni (lo stesso ex ministro Barca aveva detto che servirebbero11 miliardi). Nel secondo», aggiunge, «si chiede che vengano erogati per i prossimi tre anni, a partire da questo, 300 milioni di euro per quei Comuni che, pur non essendo rientrati nel cratere, hanno subìto danni certificatinella relazione tecnica della commissione della Protezione civile».

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