Il primo cittadino La Ragioneria dello Stato ha nei nostri confronti una preclusiva sordità che meriterebbe l’attenzione della Corte dei conti
L’AQUILA «La protesta continuerà finché la ricostruzione dell’Aquila non riceverà la stessa attenzione ricevuta dai fratelli emiliani. A costoro lo Stato ha restituito speranza offrendo certezze per una completa ricostruzione. Gli aquilani, colpiti da una tragedia ben più grande, hanno diritto alle stesse speranze e alle stesse certezze». A parlare è il sindaco Massimo Cialente (nella foto), che ha anche annunciato di voler chiedere un incontro con la Commissione europea per ottenere il ripristino del meccanismo Cassa depositi e prestiti. Cialente, in una nota, ha confermato che non farà alcun dietrofront, che la protesta andrà avanti fino a quando L’Aquila non avrà ottenuto le risorse necessarie per la ricostruzione. A sollecitare la fine della protesta (bandiere ammainate e fascia tricolore riposta in un cassetto), era stato l’altro giorno anche il sottosegretario del Pd, Giovanni Legnini. «Devo dare atto a Legnini di essersi battuto insieme alla senatrice Pezzopane per assicurare il finanziamento di 1,2 miliardi al cratere aquilano. Lo ringrazio a nome di tutti» ha detto Cialente. «Ma egli sa che se qualcosa si è ottenuto, lo si deve unicamente alla mobilitazione della città e a quelle che vengono bollate come forme clamorose di protesta». Per Cialente, occorre «mantenere lo stato di mobilitazione e vigilanza alla luce del pessimo trattamento sinora ricevuto con meccanismi di governance che hanno causato «ritardi inaccettabili». «Non abbiamo mai chiesto il miliardo e due per il cratere, nè gli 830 milioni per L’Aquila, in un’unica soluzione. Noi abbiamo bisogno che la somma, con il meccanismo di anticipazione, venga assegnata come cassa con il meccanismo delle anticipazioni. In tal modo saremmo in condizioni di rispettare il cronoprogramma e ricostruire in tre anni l’asse centrale. «Può essere che il governo non riesca a imporre alla Ragioneria un’anticipazione di appena 420 milioni in 3 anni?». Per il sindaco si potrebbero così recuperare le somme bruciate per l’assistenza alla popolazione. «Ma la Ragioneria non ha mai voluto sentirci, affetta da preclusiva sordità che meriterebbe», ha concluso il sindaco, «l’attenzione della Corte dei conti». Intanto, Stefano Albano, segretario comunale del Pd, si dice «disorientato dalle dichiarazioni di Berlusconi. La verità è che L’Aquila sconta la mancata istituzione di una tassa di scopo e la responsabilità è di Berlusconi e del suo governo».