Dodici anni di reclusione per aver messo in piedi un «sistema illegale di sperpero di soldi pubblici» e aver intascato 5 milioni e 800 mila euro in mazzette. Ottaviano Del Turco per i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli è colpevole di tutti i reati contestati: associazione a delinquere, abuso, falso, concussione e corruzione. Una richiesta pesantissima quella avanzata nei suoi confronti e non meglio è andata a quelli che per l'accusa erano i componenti di quell'associazione a delinquere di cui Del Turco sarebbe stato il dominus: l'avvocato Antonio Boschetti, l'ex assessore alla Sanità Bernardo Mazzocca, il suo segretario Angelo Bucciarelli, l'ex capogruppo del Pd alla Regione Camillo Cesarone e l'allora segretario alla presidenza Lamberto Quarta. Dei reati contestati a Del Turco per la procura il più grave è quello della concussione messa in piedi insieme a Cesarone e Quarta per cui i tre avrebbero «costretto» Angelini a pagare tangenti con la promessa di salvare le sue cliniche, reato che Cesarone avrebbe commesso anche in concorso con Boschetti. Un comportamento illecito per il quale l'ex capogruppo del Pd rischia ora 10 anni di reclusione, Quarta 9 e l'avvocato delle due cartolarizzazioni 7. Per Bucciarelli e Mazzocca sono stati chiesti rispettivamente 5 e 6 anni di reclusione per aver «imposto» ad Angelini l'assunzione di nove persone nella clinica di Villa Pini. Sempre loro, con la complicità di Domenica Pacifico che rischia ora 8 mesi di carcere, avrebbero commesso «violenza o minaccia» e cioè nei confronti dell'allora dg della Asl di Avezzano Armando Jenca perché certificasse i crediti vantati da Villa Pini. Reato questo per cui è stata invece chiesta l'assoluzione di Giacomo Obletter. In concorso con Mazzocca avrebbe poi agito l'ex direttore dell'Agenzia sanitaria Francesco Di Stanislao che rischia ora 4 anni di reclusione per aver «soppresso» il verbale dell'incontro avuto con l'Aiop e i responsabili delle cliniche private datato 5 maggio 2006. Della prima associazione a delinquere, sotto la giunta di Giovanni Pace, devono invece rispondere l'ex assessore alla Sanità Vito Domenici per cui sono stati chiesti 4 anni di reclusione e il parlamentare Sabatino Aracu, 9 anni, per i reati di truffa, concussione e tentata concussione. Prescritto questo reato per due dei personaggi chiave: l'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga e il grande accusatore Vincenzo Maria Angelini. Per il primo la richiesta di condanna è stata a 11 anni: sarebbe stato lui, in concorso con Aracu, a «imporre» ad Angelini il pagamento di tangenti minacciandolo di non aver altrimenti certificato i suoi crediti. Tra i big dell'inchiesta, la richiesta di condanna minore è arrivata proprio per il concusso dell'intera vicenda: l'ex patron di Villa Pini. Tre gli anni di reclusione chiesti per l'uomo che, «quando portava i soldi a Del Turco – ha detto Di Florio – si sentiva come un ciuccio portato alla fiera» con la richiesta di assoluzione per la falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in merito alla cessione dei crediti fatta in favore della Db Ag London. Reato di cui devono rispondere Sandro Pasquali (1 anno e 10 mesi) e Giampiero Di Cesare (2 anni). Per il reato è stata chiesta anche l'assoluzione di Paolo Gribaudi. Ad Angelini si contesta in particolare la cessione di 34 milioni di euro in crediti alla Berclay's Bank attestando l'esistenza di fatture che non sarebbero in realtà mai esistite. Un falso in atto pubblico commesso con la complicità del procuratore speciale Marco Penna che rischia ora 2 anni e 2 mesi di carcere. Di Florio e Bellelli hanno infine chiesto 2 anni di reclusione per Walter Russo, 1 anno e 6 mesi per Luciano Di Odoardo, 1 anno e 8 mesi per Silvio Cirone, 2 anni e 8 mesi per Gianluca Zelli, 1 anno e 6 mesi per Mario Romano e 10 mesi per Fabio De Concilio. Prescrizione totale, infine, per Mario Tortora. In calce alle richieste di condanna è stata quindi chiesta la confisca dei beni mobili e immobii già sequestrati di Conga, Del Turco, Cesarone e Aracu e l'avvio del procedimento per falsa testimonianza nei confronti di sei persone.