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Data: 14/06/2013
Testata giornalistica: Giornale di Sicilia
Boccata di ossigeno alla Scat. Ai lavoratori pagati 3 stipendi. Amat, un bus su quattro è guasto Difficoltà pure nei rifornimenti

Contributi regionali in arrivo per la Scat la società che gestisce il servizio di trasporto pubblico urbano. È quello relativo a due mesi del secondo trimestre (maggio e giugno) e consentirà di pagare una delle sette mensilità (oltre a tredicesima e quattordicesima) di cui sono creditori i dipendenti. Nei giorni scorsi l'azienda ha potuto corrispondere tre stipendi arretrati (da settembre a novembre 2012) e tamponare qualche spettanza con i fornitori grazie allo sblocco di una parte di contributi regionali 2013 sollecitato dal sindaco nel corso di una missione all'assessorato regionale alle infrastrutture. L'azienda (ventotto dipendenti in tutto fra autisti, amministrativi e meccanici) per carenza di liquidità aveva bloccato il sevizio lasciando a piedi centinaia di utenti che utilizzano quotidianamente il mezzo pubblico.

Amat, un bus su quattro è guasto Difficoltà pure nei rifornimenti

Il parco vetture Amat piange. Un mezzo su quattro è guasto e non ci sarebbero i fondi per acquistare i pezzi di ricambio. È questo il triste bilancio raccontato durante la trasmissione Ditelo a Rgs da Salvatore Girgenti, sindacalista della Fit Cisl Amat. «Sono preoccupato. Vedere l'azienda al collasso mi fa stare male - afferma Girgenti - la situazione è difficile. Cento vetture sono ferme e non si possono nemmeno aggiustare perché i ricambi sono molto costosi. Inoltre abbiamo anche dieci tipologie di bus diversi. I pezzi per aggiustarli sono reperibili fuori dalla Sicilia con costi chiaramente maggiori». Sempre secondo il racconto del sindacalista Girgenti ci sarebbe anche un problema di rifornimento di carburante. Molte delle macchine arrivate negli ultimi anni sono a metano. L'impianto di rifornimento interno è ormai obsoleto e si guasta frequentemente da più di due anni, almeno secondo quanto racconta Girgenti. I mezzi quindi, ogni mattina, per essere riforniti devono essere portati in via Lanza di Scalea. A farlo sono proprio gli autisti. Durante la trasmissione di Ditelo a Rgs di ieri un messaggio è arrivato al 3358783600. «A rifornire le vetture dell'Amat mandano noi autisti durante le nostre ore lavorative - scrive un dipendente che preferisce rimanere anonimo - così togliamo ore di servizio ai cittandini». «Questo ha un costo in termini di tempo, costo del personale, costo del metano - spiega Girgenti - L'impianto deve essere fatto nuovo. Un progetto è stato presentato alla Regione, si attende la approvazione». Nella giornata di ieri abbiamo cercato di contattare i vertici dell'Amat, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Intanto tutte queste difficoltà che l'azienda sta affrontando si ripercuotono sulla vita dei cittadini che ogni giorno scelgono i mezzi pubblici perché non possono permettersi di acquistare un'automobile. «La buonanima di mio nonno aveva ragione - dice ironicamente Antonio Santangelo - il mezzo migliore per muoversi è il 2, cioè il numero delle gambe. Di sicuro non tardano mai. Ho utilizzato i bus perché ho avuto un guasto alla macchina. Le linee 234 e 118 in particolare. Ho atteso il primo 55 minuti e 45 l'altro. I biglietti scadono nel frattempo. Bisogna incentivare le persone a usare i mezzi pubblici ma con questi servizi carenti la gente non viene invogliata». «Per il 122 che passa dal Tribunale mi capita di attendere mezz'ora - conclude Fabiola Pasculli - sento ogni giorno tantissime lamentele di gente insoddisfatta per il servizio».

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