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Data: 14/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il sindaco Marino al lavoro sulla giunta: «Rifiuti la prima emergenza, all’Atac assumerò più autisti»

Va bene la cartolina della bicicletta, ma le emergenze bussano alle porte, a partire dai rifiuti. C’è da sporcarsi le mani, con la scelta della discarica. Anche ieri mattina ha legato con la catena la bici alla rastrelliera di piazza del Campidoglio, ma quando è entrato in ufficio il nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha telefonato al ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, e al presidente della Regione, Nicola Zingaretti. La festa è finita, bisogna decidere dove fare la discarica o tra tre settimane Roma avrà i rifiuti per strada. «Problema gravissimo. La prossima settimana ci vedremo io, il ministro e il presidente della Regione. E decideremo. Mi prendo questo fine settimana per studiare. Sono abituato così, prima studio». E poi c’è l’emergenza dei trasporti pubblici, Marino è perentorio: «Troppi mezzi nei depositi. E servono autisti. In Atac assumerò autisti e operai e cercherò un amministratore unico competente in trasporti».
Una parte della cittadinanza ha già espresso forti perplessità sulla decisione di pedonalizzare via dei Fori Imperiali tra due mesi. Sarà il caos.
«Quando ho annunciato la chiusura dei Fori Imperiali ero sicuro che si sarebbe sollevato un dibattito acceso. Stiamo parlando di una questione talmente importante che bisogna tornare al 1887 per scoprire quando per la prima volta si parlò della sistemazione della zona monumentale di Roma. Ma aggiungo: io ricordo negli anni Novanta quando si poteva parcheggiare in piazza del Popolo. Poi ci fu il coraggio di chiuderla e ci furono proteste. Ma se oggi tentassi di farci tornare un parcheggio sarei preso a bastonate. Il progetto per i Fori Imperiali non parla solo alla città, ma al mondo».
Lei non è stato votato dal 33 per cento dei cittadini che ha preferito Alemanno, ma anche dal 55 per cento che non è andato ai seggi. Come potrà prendere scelte impopolari?
«Io ho già dato una direzione alla mia agenda. Ho incontrato un’autista donna dell’Atac che lavora a Tor Bella Monaca; ho visto i rappresentanti del calcio sociale di Corviale; ho parlato con un bambino della quarta elementare delle scuole Gandhi di San Basilio che mi aveva scritto una lettera; ho ascoltato una madre di un bambini con malattie importanti che teme la chiusura del Cem di via Ramazzini. Userò il metodo dell’ascolto. Un giorno alla settimana voglio lavorare all’esterno del Campidoglio. Le soluzioni si possono trovare solo accompagnati dalla cittadinanza, soprattutto in una città così complessa e articolate come la nostra Capitale».
Anche mercoledì si è sparato e ucciso per strada. Non c’è solo la criminalità organizzata, c’è un imbarbarimento della vita quotidiana.
«Ne ho parlato qualche ora fa con le mamme che hanno accompagnato il bambino di San Basilio. Hanno concordato sulla necessità dell’inclusione sociale, di aumentare le opportunità di lavoro, di fare partecipare i cittadini alla vita di quartiere. Bisogna dare a tutti una possibilità di riscatto. Servono investimenti per contrastare la povertà e creare occupazione. Ad esempio per consentire alle imprese interventi di edilizia di rigenerazione in intere aree edificate. Dobbiamo riqualificare le periferie».
A Roma ci sono palazzi ed edifici occupati. Tutti concordano sulla necessità di dare una risposta all’emergenza abitativa, ma c’è anche il tema del rispetto della legalità.
«Quello dell’emergenza abitativa è un tema molto delicato. Ha diverse sfaccettature e merita la massima attenzione. Mi impegnerò a fornire risposte immediate per garantire un diritto fondamentale e sanare una ferita sociale, sempre però nel pieno rispetto della legalità».
Accampamenti abusivi e campi rom. Su questo il centrosinistra nel 2008 perse le elezioni. In molti temono ora un eccesso di tolleranza.
«Rispetto al 2008 qualcosa è cambiato. Vero, il centrodestra allora vinse anche alimentando le paure dei cittadini. Lo ha fatto anche nel 2013, con manifesti elettorali dello stesso tenore, ma non ha funzionato. I problemi non si risolvono con la propaganda. Serve il coinvolgimento di tutte le comunità etniche e religiose, di tutte le istituzioni e di tutti i romani per superare una questione che si trascina da troppo tempo. Il principio guida sarà sempre quello della legalità. Su questo non ci sarà alcuna tolleranza. Non vogliamo più vedere, ad esempio, bambini in strada a chiedere l’elemosina o copertoni bruciati».
Teme polemiche sull’istituzione del registro dell’unione di fatto? Andrà al Gay Pride?
«I poteri di un sindaco su questo tema sono molto limitati. Farò tutto ciò che rientra nelle mie funzioni affinché a Roma siano garantiti i diritti di tutti. Negli ultimi anni abbiamo assistito a gravi episodi di omofobia. Inaccettabile. La nostra deve essere una capitale dell’uguaglianza e dell’accoglienza. Non parteciperò al Gay Pride, avevo già preso un impegno con la mia famiglia che ho trascurato durante questa lunga campagna elettorale. Ma sarò comunque vicino ai partecipanti e al loro fianco nella lotta alle discriminazioni».
Sono migliori i rapporti col Pd? Spera in Renzi come segretario?
«I rapporti con il Pd sono sempre stati chiari, anche quando non ho condiviso alcune scelte. Abbiamo tutti insieme affrontato una campagna elettorale intensa. Il partito mi ha sostenuto con forza, a partire dal segretario Epifani. Ho apprezzato molto il sostegno di Renzi. Lo stimo e credo rappresenti al meglio le istanze di cambiamento e di buona amministrazione. Una risorsa preziosa per il Pd».
Non userà mai l’auto blu?
«Se devo andare all’aeroporto certo non userò la bicicletta. Ma per gli spostamenti brevi la bici va benissimo. Bisogna dare un segnale ai cittadini, mostrare che non si usano inutilmente le risorse».
E la scorta?
«In campagna elettorale ho avuto un lungo e gentile colloquio con il questore e il prefetto che mi invitavano ad accettare la scorta. Ho spiegato che preferivo evitare l’uso di uomini delle forze dell’ordine. Domani - oggi per chi legge - andrò dal capo dello Stato in bicicletta, mi sembra normale».
Nuova giunta. I primi nomi: Tricarico, Prestipino...
«Non ho trovato sui giornali nessuno dei nomi che stiamo contattando».
Ma quando sarà pronta?
«Entro 14 giorni. Seguiremo i criteri di competenza, preparazione sui temi specifici. E il 50 per cento degli assessori sarà donna».
Riproporrà la Notte Bianca?
«Penso di sì. E rilanceremo gli investimenti sulla cultura, sulle biblioteche. Voglio restituire un senso di comunità a Roma. Anche nelle periferie».
Che modello ha in mente per la Festa del Cinema guidata da Muller?
«In questi ultimi anni non sempre la Festa del Cinema è stata all’altezza della fama di una delle capitali del cinema mondiale e si è talvolta snaturata perdendo la sua anima popolare. La Festa è un investimento importante, spetta a noi, e a chi la guida, rilanciarla attraverso la qualità del prodotto e i nomi degli artisti presenti. Non mancheremo di approfondire con tutti gli altri soci della Festa punti di forza e punti di debolezza. L’audiovisivo è uno dei settori trainanti per la nostra economia. Perdere l’occasione di puntare su un grande festival internazionale del cinema sarebbe un errore».

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