MONTESILVANO Pensiline distrutte, fermate inesistenti o doppie, tali da creare confusione, e perimetrazioni assenti. È la denuncia di Corrado Di Sante di Rifondazione comunista, sul trasporto pubblico della città. «Lo stato delle pensiline delle linee 38 e 3, gestite dalla Gtm, su via Vestina sono in totale abbandono: sono perlopiù divelte e potenzialmente pericolose per gli utenti, e abbondano di polvere e rifiuti. Ad esempio, c’è quella che io ho definita “pensilina assorbente”, in via Vestina, vicina ad un noto ristorante, dove sul plexiglas è stato attaccato un vero e proprio assorbente che è lì ormai da anni, in bella vista. A questa», prosegue, «si aggiunge la fermata “fantasma” di via Andrea Costa, all’altezza del capolinea del numero 6, davanti al cimitero di Montesilvano. Lì la fermata dell’autobus è rappresentata da un massetto di cemento. Per non parlare poi di quelle fermate che ora sono solo dei semplici pali e sui quali è impossibile rintracciare uno straccio di orario». E se da un lato le fermate sono invisibili, da un altro «raddoppiano», sottolinea Di Sante. «Da alcuni mesi ci sono delle novità, a seguito dell’inserimento degli autobus doppi, ovvero più lunghi e capienti, sulla linea 38, che comprende anche le linee 3 e 8. Ebbene, i pali delle fermate in alcuni punti sono raddoppiati e si rischia di fare confusione, poiché coesistono tuttora fermate attive e fermate soppresse, come accade su più punti di corso Umberto, per esempio all’altezza di via Ticino, di via Lambro, di via Marinelli e di via Sila, procedendo in direzione sud-nord. Ma non mancano casi anche per la direzione opposta. E capita che laddove c’era una pensilina coperta», rileva Di Sante, «ora, con lo spostamento di fermata, vediamo un semplice palo: si guardi l’esempio di via Vestina, all’altezza della Colonnetta. Inoltre», conclude l’esponente di Rifondazione , «è stata soppressa la fermata su via De Gasperi, in direzione sud-nord: una decisione che ha comportato che dall’ultima fermata al confine con Pescara, ben prima della rotatoria, si può scendere o 500 metri prima o 500 metri dopo dal punto della fermata opposta, dalla quale presumibilmente un pendolare o un anziano all'andata hanno preso l’autobus».