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Data: 14/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lavoro. Per chi assume giovani, sforbiciata a tasse e contributi

ROMA La sforbiciata non scatterà con il decreto di domani, c’è ancora qualche incertezza nelle coperture. Ma con l’altro decreto, quello “del fare”, la prossima settimana Enrico Letta darà un colpo d’acceleratore alla lotta contro la disoccupazione giovanile, la “ragione sociale” del governo. Dal primo luglio, come il premier ha spiegato ieri a Giorgio Napolitano, verrà azzerato il cuneo fiscale (cioè quanto l’azienda paga a fisco e a enti di previdenza) per le imprese che assumono giovani a tempo indeterminato. Una sforbiciata attesa da anni, invocata a gran voce da Confindustria e dal Pd con Paola De Micheli, che costerà 500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014. Il gruzzolo verrà messo insieme recuperando e riprogrammando i finanziamenti europei non spesi dalle Regioni: il ministro della Coesione Calo Trigilia ha già ottenuto il via libera da Sicilia e Campania.
La riprogrammazione dei fondi strutturali inutilizzati è anche nell’agenda del vertice di oggi sul lavoro giovanile tra Italia, Francia, Germania e Spagna. «Si tratta di valutare insieme le forme più efficaci, ma questa novità potrà essere ottenuta direttamente con una trattativa con Bruxelles», spiega un diplomatico che ha istruito l’agenda del summit.
L’ACCORDO A QUATTRO

Così, il piatto forte del vertice sarà un accordo a quattro per sollecitare l’anticipo al primo gennaio 2014 del Fondo operativo per l’occupazione giovanile (Youth Employement Initiative). Si tratta di 6 miliardi che dovevano essere erogati in sette anni, ma che potranno essere spesi entro il 2015 (circa 4-500 milioni l’anno per l’Italia): c’è già un via libera informale da Bruxelles. E i Quattro chiederanno che, una volta esauriti, «i fondi vengano immediatamente rifinanziati».
In più Italia, Francia, Germania e Spagna, i quattro maggiori azionisti della Banca europea per gli investimenti, chiederanno alla Bei un piano straordinario a favore delle piccole e medie imprese che creano lavoro per i giovani e linee di credito agevolato per lo start up di aziende con titolari under trenta.

Letta non inserirà invece nella discussione la famosa golden-rule: la possibilità di effettuare investimenti produttivi a favore dell’occupazione giovanile, senza computarli nel deficit. «Questo perché», spiega un altro diplomatico, «l’uso della regola d’oro è già un dato acquisito al Consiglio europeo di marzo e ora si tratta di chiudere la questione con un lavoro bilaterale con la Commissione di Bruxelles».
LA MOSSA DIPLOMATICA

La liturgia del vertice è stata pianificata per non urtare la suscettibilità dei burocrati di Bruxelles e degli altri partner europei. Tant’è, che l’incontro tra i ministri del Lavoro e dell’Economia è definito «informale» e il vertice non sarà chiuso da un comunicato finale o da una dichiarazione congiunta. «I risultati negoziali», spiegano a palazzo Chigi, «intendiamo conseguirli al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Non vogliamo che questo incontro venga interpretato come la nascita di un direttorio Italia, Francia, Spagna e Germania. Sarebbe un boomerang: gli altri Paesi farebbero muro e le Istituzioni europee si metterebbero di traverso». Così, non è un caso che domani Letta riceverà a Roma il presidente della Commissione, José Manuel Barroso «per illustrare i risultati» dell’incontro. E’ una mossa per dimostrare che «nessuno gioca contro la Commissione e il Consiglio europeo. Qui si vuole solo aiutare le Istituzioni a trovare un compromesso alto e concreto a fine giugno».

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