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Data: 15/06/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
Iva 'congelata', asse tra Pd e Pdl: "Basta con i diktat dal Tesoro"

ROMA - Bloccare l'aumento dell'Iva. Pd e Pdl vanno allo scontro con il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. In campo ci sono due ipotesi: pagare alle imprese altri 15 miliardi del debito della pubblica amministrazione e che porterebbero ad un incremento del gettito Iva senza toccare l'aliquota dal 21 al 22 per cento che riguarda praticamente tutti i beni di largo consumo, dall'abbigliamento ai prodotti hi-fi; rimodulare l'Imu e trovare così le risorse per compensare il mancato aumento. La prima è una strada condivisa dai due partiti della maggioranza, la seconda è una proposta solo del Pd. Di certo c'è l'opposizione del ministro dell'Economia, poco incline ad accettare soluzioni di finanza creativa che possano far risalire il nostro deficit. È un braccio di ferro tra il ministro e la Ragioneria dello Stato, da una parte, e gli esponenti dei partiti, dall'altra, con un inedito asse Fassina-Brunetta, l'uno viceministro Pd all'Economia, l'altro capogruppo Pdl alla Camera, entrambi economisti.

Fassina è uscito allo scoperto ieri con una proposta. E Brunetta ha dato il suo assenso: "Bene il viceministro: non solo ha accolto la nostra proposta di bloccare l'aumento per tutto il 2013, ma ha accolto anche la nostra ipotesi di copertura".

Il risultato sul piano politico è che la bandiera della riduzione dell'Iva appartiene ora a tutti e due i maggiori partiti delle larghe intese. Al Pdl rimane quella dell'abolizione dell'Imu su tutte le prime case, esclusi ville, castelli e altri edifici di lusso. Resta fuori da questa diatriba "Scelta civica" che considera la riduzione del costo del lavoro sulle imprese la priorità rispetto all'Imu e all'Iva. Come, peraltro, ha sostenuto anche ieri il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi.

Fassina punta a congelare fino al primo gennaio del 2014 l'eventuale incremento dell'Iva e a recuperare il mancato gettito attraverso una nuova tranche da 15 miliardi (aggiuntiva rispetto a quella di 40 miliardi già approvata) di pagamenti dei debiti (in tutto oltre 90 miliardi) della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Più pagamenti, oltre a dare ossigeno alle aziende a corto di liquidità, significano anche un maggiore gettito dell'Iva. Fassina l'ha calcolato intorno ai due miliardi di euro, che servirebbero a compensare il mancato incremento dell'aliquota. Poi con la legge di Stabilità 2014, utilizzando lo scarto finanziario tra il vincolo del 3 per cento e il deficit previsto (1,8 per cento nel Documento di economia e finanza presentato dal governo Monti), si potrebbero strutturalmente conservare le aliquote all'attuale livello.

È una strada condivisa dalla "squadra" dell'Economia (oltre Fassina l'altro viceministro Luigi Casero, Pdl, e i sottosegretari Pier Paolo Baretta, Pd, e Alberto Giorgetti, Pdl) ma non dal titolare del dicastero, l'ex direttore generale della Banca d'Italia, Saccomanni. Che nella "riunione del martedì" di Via XX settembre, durante la quale si fa settimanalmente il punto sugli impegni del ministero, l'ha bocciata più o meno con queste parole: "Non possiamo rischiare di tornare indietro proprio adesso che siamo usciti dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Perderemmo la nostra credibilità. Non possiamo fare nuovo debito". E non sembra che il presidente del Consiglio Letta la pensi diversamente. Per le stesse ragioni Palazzo Chigi considera non percorribile l'ipotesi - tornata a circolare in questi ultimi giorni - che l'Italia possa chiedere, come hanno già fatto Francia e Spagna, una dilazione dei tempi per il rientro dal deficit.

C'è poi la proposta dei parlamentari pd più vicini a Letta. Che ipotizzano un congelamento per tre mesi dell'attuale aliquota dell'Iva con la copertura che arriverebbe da una rimodulazione della tassazione sulla casa sulla base dei redditi e dei carichi familiari almeno per una fascia border line appena sotto le ville e le residenze di lusso. Conti alla mano, circa metà del gettito Imu. E per i capannoni si pensa a una importante detrazione. Resta il fatto che questa è un percorso che il Pdl non condivide: "Per noi l'Imu è una bandiera - ha ripetuto il vicepremier, Angelino Alfano - e non ammaineremo la nostra bandiera".

Spetterà a Letta trovare una via d'uscita. Ieri, intanto, ha invitato i ministri ad evitare "frasi incaute". Come quelle del titolare dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che ha aperto la breccia sull'Iva dicendo che non ci sono i soldi.

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