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Pescara, 18/12/2025
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16/06/2013
Il Messaggero
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D’Alfonso-Chiodi, la sfida è partita. Regione, l’ex sindaco
oggi al Ponte del Mare il 20 tocca al governatore |
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PESCARA «Intendo promuovere una raccolta di almeno 100mila firme per la mia designazione e portare 200mila elettori alle primarie». Luciano D'Alfonso rompe gli indugi e per la prima volta ammette che sfiderà Gianni Chiodi nella corsa a governatore della Regione. Nelle prossime ore Pescara sarà la rampa di lancio di una sfida che si preannuncia lunghissima, intensa. Senza pause. Alle 17 di oggi, nello spazio antistante il Ponte del mare, simbolo della gestione dalfonsiana della città, l'ex sindaco è atteso al battesimo del fuoco in una convention che vedrà al suo fianco il vice ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Vincenzo De Luca, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, l'ex presidente della Regione Sardegna Renato Soru, il presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura e lo chef stellato Niko Romito. Ma Gianni Chiodi non ha alcuna intenzione di farsi cucinare dall'avversario. Giovedì 20, sempre a Pescara, risponderà con un incontro del suo partito che porterà nella cornice dell'Aurum l'ex ministro Maurizio Gasparri e altri big del Pdl. Caricato a mille dalle sentenze assolutorie dei processi, più volte frustrato nell'aspirazione di diventare governatore (prima dalla legge regionale anti-sindaci del 2004, poi dalle inchieste giudiziarie che lo hanno tenuto lontano dalla politica attiva per quattro anni), D'Alfonso disegna già il suo ruolo: «Voglio essere il sindaco d'Abruzzo. Penso alle città dei distretti, al dialogo con il Molise e le Marche, ma anche con Roma per creare un asse indispensabile sulle infrastrutture». Il programma dell'aspirante governatore del centrosinistra sembra già tracciato: «Serve un grande porto, un progetto che faccia nascere 200 nuove imprese nella regione». Altre idee attengono al rapporto privilegiato, diretto, che l'ex sindaco si è sempre vantato di avere con il suo elettorato: «Immagino una voce, un interlocutore vero, che attraverso il telefono possa raggiungere direttamente il cittadino che fa una richiesta di aiuto, altro che legge 241». Poi c'è la parte politica, il percorso ancora da affrontare per chiudere il cerchio delle alleanze. Il segretario regionale Pd, Silvio Paolucci, ha sempre parlato delle primarie di coalizione come metodo al quale anche D'Alfonso dovrà sottoporsi. Lui non si sottrae, e rilancia: «Voglio fare precedere la mia designazione da una sottoscrizione di almeno 100mila firme e portare 200mila persone alle primarie. Vorrei che la mia candidatura fosse sostenuta da un elettorato vasto, che guardi oltre gli steccati del centrosinistra». Un elettorato vastissimo, visto che D'Alfonso dice di voler coinvolgere dieci liste attorno al suo nome, tra partiti e movimenti civici: «Fate un po' il conto voi, 29 candidati per ogni lista...». Fanno quasi 300 aspiranti consiglieri regionali collegati solo alla candidatura di D'Alfonso, per soli 29 posti disponibili nell'Emiciclo. Poi un grande occhio sull'Aquila e tanto altro ancora sul quale ci sarà tempo per discutere. L'agenda dello sfidante di Gianni Chiodi è un po' questa, mentre il governatore in carica continua a predicare unità a destra («Insieme possiamo farcela») e spera di allungare il più possibile il suo mandato che nessuno oggi sa quando scadrà davvero. Potenzialmente il ritorno alle urne è previsto tra novembre e marzo. Chiodi spera che il Governo accolga la sua richiesta di un decreto che sposti il voto addirittura a maggio, in concomitanza con le Europee. Perché il risanamento dei conti della Sanità mostrato sino ad oggi come un totem potrebbe non bastare per battere un avversario come D'Alfonso, e alcune riforme sono ancora al palo. Serve più tempo per il colpo d'ala di fine legislatura che potrebbe venire dalla gestione delle risorse comunitarie disponibili, come i Fas, e dalla programmazione 2014-2020. MISSIONE A TERAMO D’Alfonso ieri è spuntato anche a Teramo, dove ha parlato delle vicende del gruppo bancario Tercas. In un aperitivo organizzato da Manola Di Pasquale l’ex sindaco di Pescara ha espresso il suo tifo per la compagine di corso San Giorgio perché non perda l’autonomia, o almeno perché tutta la regione non perda l’indipendenza bancaria. Tempo fa era stato visto in un ristorante del centro con l’ex presidente Tercas Lino Nisii: D’Alfonso cerca di lanciare una ciambella di salvataggio al gruppo, con una prospettiva più abruzzese che teramana. COSTANTINI E IL M5S Ma non sarà solo una sfida a due, per la Regione. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, promotore con Carlo Costantini e Felice Belisario del Movimento 139, lancia proprio l'ex esponente Idv che nel 2008 perse la sfida con Chiodi. Per Orlando «la prospettiva del Movimento 139 è pervenire a primarie regionali e nazionali per la costituzione del vero Partito democratico, che ora non c'è. Per le regionali in Abruzzo auspico che Carlo Costantini offra disponibilità a candidarsi alle primarie per la scelta del candidato presidente». Poi c'è il M5S, da tempo al lavoro per presentare alle regionali una propria lista e un proprio candidato. E D'Alfonso, annunciando l'iniziativa che questa sera lo vedrà protagonista a Pescara, si concede una battuta: «Mi auguro una competizione alta. E spero di non avere più bisogno dell'avvocato Milia».
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