ROMA A poche ore dalla scadenza per il pagamento dell’Imu sulle seconde case, fissata per domani, nuove scintille in maggioranza sugli sconti fiscali che rischiano di far deflagrare il governo. Nel bollettino quotidiano dello scontro, è una frase di Graziano Delrio, questa volta, a far tremare la fragile alleanza tra Pd e Pdl: «Io non sono d’accordo a regalare l’Imu ai ricchi» affonda il ministro per gli Affari regionali, intervenendo a Mantova all’assemblea di Coop Nordest. «Oggi – spiega – il 10% delle persone possiede il 50% del patrimonio immobiliare: ecco perché non sono d’accordo che regaliamo l’Imu ai ricchi, che possono pagare ai Comuni 400 euro. Nei momenti di crisi chi ha di più deve dare di più». Specie se servono otto miliardi per realizzare entrambe le misure e bisogna avanzare per priorità: «Se riusciremo a trovare le coperture saremo tutti più contenti, ma in questo momento difficilmente potrà avvenire. Quindi bisognerà scegliere se togliere l’Imu o non aumentare l’Iva». Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, spara su Delrio, invitandolo a «imparare l’aritmetica». «Ricordo al ministro che l’Imu è una imposta reale, e non personale: non può tenere conto del reddito dei contribuenti, ricchi o poveri che siano. Senza una riforma complessiva della tassazione sulla casa, qualsiasi ipotesi di rimodulazione dell’Imu è non solo impossibile, ma soprattutto ingiusta». Circa 3,5 miliardi dei 4 complessivi del gettito Imu, ricorda Brunetta, «sono versati da contribuenti con reddito inferiore lordo ai 55mila euro: pagare molto non significa essere ricchi». È un problema di rendite catastali inique, ribadisce, e accusa Delrio di «accrescere la confusione». Ad attaccare il ministro è anche Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl: «Proclami ideologi infondati, fondati su numeri sbagliati e destabilizzanti» accusa, ricordando che il 73% degli italiani vive in una casa di proprietà: «Altro che ricchi, togliere l’Imu significa lottare contro l’impoverimento del ceto medio. Gli impegni vanno onorati, il Pdl non farà sconti». Il centrodestra, insomma, coperture o meno, continua a premere per portare a casa l’abolizione dell’Imu e il blocco dell’aumento dell’Iva. Ma chiede chiarezza al governo Letta anche il segretario del Pd Guglielmo Epifani, che teme possibili giravolte degli alleati: «Spieghi una volta per tutte su quale cifra può contare e come si sceglie di agire su Imu e Iva, e se Saccomanni parla a nome del governo. Noi continuiamo a sostenerlo, ma avendo le antenne alzate. Ci ricordiamo come finì con il governo Monti. Lo dico gentilmente al Pdl: c’è un limite oltre il quale non si può andare». È un avvertimento a non tirare la corda: «No alle due parti in commedia – dice – qualcuno che sostiene il governo e qualcuno che fa l’opposizione». Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta indica una data: «Entro fine luglio va sciolto il nodo Imu, con la Tares e una riforma complessiva sulla casa» e ribadisce il pensiero di Delrio: «Imu, Iva, sgravi su lavoro e impresa, non c’è spazio per tutto, dobbiamo scegliere». E l’ex ministro Vincenzo Visco, Pd, commenta seccamente: «Aumentare l’Iva è una follia, rischia di dare un colpo ulteriore a una economica molto provata. Mentre togliere l’Imu è senza senso: tanto più che il prelievo sugli immobili può essere riformato in modo più equo». «Questo governo non sa dove mettere le mani per far ripartire il Paese – accusa il M5S – Saccomanni non sa dove trovare 8 miliardi per Iva e Imu e la sua proposta di indebitarsi con “mini bond” e obbligazioni garantite da istituti di credito nazionali e internazionali ci spaventa». Da sindacato e imprese segnali contrastanti: «Rinviare o superare l’aumento dell’Iva sarebbbe un vantaggio, ma meglio dare la precedenza alla detrazione Imu per capannoni e laboratori industriali e commerciali» dice il presidente della Cna Ivan Malavasi, mentre il segretario della Cisl Raffaele Bonanni chiede di dare la precedenza al «taglio delle tasse su lavoratori e pensionati». Domani, intanto, scade il termine per il pagamento dell’Imu su seconde case, immobili extralusso e immobili commerciali e industriali. Si applicano le aliquote fissate nel 2012: occorre versare a titolo di acconto il 50% del totale pagato lo scorso anno.