Il Ponte del mare che resiste ai fendenti di una gru alta più di venti metri è assunto un po' da tutti a metafora della vicenda dalfonsiana: le inchieste sul Comune che trascinano l'ex sindaco di Pescara per quattro anni nelle aule dei tribunali, le assoluzioni ripetute, le accuse che cadono una dopo l'altra, la resurrezione. E allora Luciano D'Alfonso parte proprio da qui, radunando sotto questo simbolo della città amici e personalità del mondo politico regionale e nazionale, per lanciare la sua candidatura alla guida della Regione. Si parte da uno slogan che diventerà probabilmente il tema dominante della prossima campagna elettorale: Gettare ponti, guardare avanti. Lui non dice molto, limitandosi a presentare gli ospiti della convention, perché sul palco ricavato nello spazio della Madonnina devono parlare in tanti sotto un sole che nel tardo pomeriggio picchia ancora duro: «In natura non esistono soluzioni. La politica deve trovare le soluzioni. Ad esempio per le centomila persone di questa regione rimaste senza reddito». Eccolo il pragmatismo dalfonsiano, preceduto dalle parole del presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura: «Un in bocca al lupo all'Abruzzo perché torni la politica delle azioni, dei fatti concreti, dell'eccellenza». D'Alfonso ringrazia così: «Assieme a lui e alle Marche faremo un grande tratto di strada insieme».
Alla chiamata a Pescara dell'ex sindaco rispondono in tanti. Tra gli altri, l'ex presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, il parlamentare Vittoria D'Incecco e tanti altri big del Pd, come Giovanni Lolli e Tommaso Ginoble. Da Sulmona arriva anche il neo sindaco Peppino Ranalli, dalla vicina Montesilvano il sindaco Attilio Di Mattia. Poi tutti i consiglieri comunali del Pd, vecchi e nuovi, con il capogruppo Moreno Di Pietrantonio che ricorda questi quattro, lunghi anni trascorsi all'opposizione «ma con la schiena dritta», mentre Marco Alessandrini cita Enzo Tortora: «Dove eravamo rimasti».