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Data: 18/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi e la Ue: «Sforiamo i patti non ci cacceranno». Bruxelles in allarme

Affondo sull’Iva: inaccettabile non trovare fondi per bloccare l’aumento. Rehn: Roma rispetti il 3%. Epifani: provocazione inutile

MILANO L’aria di Pontida stimola sparate clamorose. Non solo a Umberto Bossi, che qui ha costruito la sua immagine di rivoluzionario padano, ma pure a Silvio Berlusconi. Dal tempio del leghismo duro e puro il Cavaliere parte lancia in resta contro i vincoli europei: «Il governo deve avere il coraggio di andare a Bruxelles per dire che il limite del 3 per cento nel rapporto deficit/pil e il fiscal drag se lo possono dimenticare». Bobo Maroni gli sta al fianco e quasi non ci crede. Enrico Letta sta al G8 in Nord Irlanda e quando lo viene a sapere fa quasi finta di non sentire: «L’Italia vuole rispettare i patti».
DISOBBEDIRE A BRUXELLES

A Pontida il Cavaliere ci arriva in elicottero per inaugurare una casa di cura per anziani. Ci scherza su: «Tutti mi vogliono rottamare, allora sono venuto a scegliermi la stanza migliore». Ma il motivo del viaggio - in forse fino all’ultimo - non è goliardico. Domenica aveva elogiato il governo augurandogli lunga vita, ora invece sul cammino del governo fa cadere un macigno grande come una casa: «Bisogna smetterla di andare in Europa a battere i tacchi. L’Italia deve dire a quei signori che in questa condizione ci hanno cacciato loro con la politica di austerità».
E dunque basta regole, basta vincoli, basta con l’obbedienza ai parametri di stabilità: «Ci volete mandare fuori dall’euro? Fatelo pure. Ci volete far uscire dall’Unione Europea? Ma no, non lo faranno. Ogni anno diamo 18 miliardi a Bruxelles e ne ritornano indietro solo 10». Come a dire che facendo a meno dell’Italia l’Ue ne avrebbe solo dei danni. E poco importa se i danni, adesso, rischia di subirli il governo. Anzi, ne ha pure per Letta e i suoi ministri, Zanonato in testa: «L’esecutivo deve trovare gli 8 miliardi per non alzare l’Iva e per cancellare l’Imu. Impossibile che non si trovino».
Chi lo ascolta, dopo averlo visto tagliare il nastro del ricovero, ha l’impressione di essere ripiombato in campagna elettorale. I toni, per lo meno, sono quelli. Parla della crisi e dice che le colpe sono del costo del lavoro, della burocrazia, ma dall’elenco non può mancare «una magistratura con cui è difficile non fare i conti». Poi una carezza al suo elettorato preferito: «Non è il governo che può creare posti di lavoro, ma gli imprenditori, questi capitani coraggiosi che dovremmo chiamare eroi».
Il peana del centrodestra alla sparata del Cavaliere parte immediatamente, quasi fosse studiato a tavolino. Bondi, Brunetta, Gelmini e molti altri ancora manco gli danno il tempo di finire che già dettano alle agenzie commenti entusiasti, parlano di «coraggio e grande lungimiranza». E il coro suona quasi come una provocazione per Palazzo Chigi che replica con una dichiarazione indispettita: «La nostra posizione non cambia». Un modo per far intendere che quelle di Berlusconi sono opinioni personali e tali restano.
Il PD: ”DANNO ALL’ITALIA”

Indispettito è anche l’altro fronte della maggioranza, Pd e Scelta Civica. Guglielmo Epifani delle proposte del Cavaliere non vuole neanche sentir parlare: «Inutili provocazioni che hanno l’unica conseguenza di indebolire il nostro Paese». Il più malizioso è Fabio Rosato: «Berlusconi sui rapporti comunitari e internazionali deve solo tacere visto quello che ha fatto quando era premier». Benedetto Della Vedova (Scelta Civica): «Quella del Cavaliere è solo propaganda che fa male all’Italia e a Enrico Letta». Il quale Letta, a sera, prova ad archiviare il caso: «Le cose dette da Berlusconi non hanno lasciato nessuna traccia al G8».

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