ROMA Silvio Berlusconi coinvolto in un’inchiesta delle autorità irlandesi per riciclaggio ed evasione fiscale: un conto da 500milioni di euro. A dare la notizia, proprio durante i lavori per il G8, è stato ieri l’Irish Sun che l’ha definita come ”Esclusiva mondiale”. Secondo il quotidiano, le indagini del ”Garda Bureau of Fraud Investigation’s” sarebbero state avviate dopo una segnalazione della polizia italiana, che avrebbe chiesto agli irlandesi chiarimenti sulle operazioni di Berlusconi con l'International Financial Services Centre di Dublino, avvenute tra il 2005-2007. Il sospetto delle autorità italiane, scrive ancora l'Irish Sun, è che si trattasse di un modo per trasferire i soldi in società offshore. Una circostanza che lascia supporre l’esistenza di un’inchiesta italiana già in corso.
LA DIFESA
A smentire arriva, però, l’avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore dell’ex premier, che esclude la possibilità di una nuova indagine sulle società di Berlusconi.
«La notizia apparsa sull’Irish Sun circa l'esistenza di una indagine fiscale in Irlanda per il periodo 2005-2007 nei confronti del presidente Berlusconi, è certamente frutto di un travisamento e di un’erronea informazione. Infatti non consta esservi alcuna indagine sul punto», commenta con una nota Ghedini. «Di certo - continua il legale - negli anni scorsi vi era stata una rogatoria dall'Italia in Irlanda in relazione alla vicenda riguardante i diritti cinematografici e, com’è noto, per il periodo in questione, vi è stata ampia assoluzione sia dal gup di Milano sia dal gup di Roma, decisioni confermate dalla Corte di Cassazione. È quindi evidente - commenta Ghedini - che non vi può essere alcuna indagine in merito. Null'altro vi è che possa essere ricondotto al presidente Berlusconi salvo che - ipotizza il legale - il giornale non accosti erroneamente al presidente la vicenda di Banca Mediolanum, che, notoriamente, ha da tempo in corso un contenzioso tributario in Irlanda, in via di risoluzione con un arbitrato fra la stessa Irlanda e l'Italia». Poi annuncia: «È ovvio che si procederà in ogni sede giudiziaria per tutelarsi dalla propalazione di notizie false e inesatte».