PESCARA Offrire l'opportunità alle aziende in fase dello start-up e ai neo professionisti di avere un luogo di lavoro a prezzi d'affitto agevolati e allo stesso tempo rivitalizzare corso Vittorio Emanuele II e il centro cittadino che soffrono per la chiusura delle attività commerciali. Queste le due direttrici del progetto Kick Off (ossia calcio d'inizio) presentato ieri dalla Confesercenti che mira a far rinascere gli immobili pubblici dismessi. Il primo di questi, che l'associazione di categoria vuole coinvolgere, è l'ex Ferrhotel di corso Vittorio Emanuele II, edificio che fino agli anni Ottanta ha ospitato i ferrovieri che passavano le notti in città in attesa di risalire a bordo dei treni il giorno successivo, ma ormai quasi completamente inutilizzato dal 2004, anno in cui ospitò Fuori Uso. La proprietà dell'immobile è del Comune, che più di una volta l'ha inserito nel piano di alienazione dei beni comunali, senza però riuscire a venderlo. Al momento, gli unici spazi occupati sono i locali che ospitano il circolo del dopolavoro ferroviario. L'idea di Confesercenti (assieme al comitato giovani imprenditori e ad Impresa Donna) per far rinascere i mille e 500 metri quadrati dell'ex Ferrhotel, esposta dal presidente Raffaele Fava, dal direttore Gianni Taucci e dal portavoce del comitato Giovane Impresa Piero Giampietro, prevede l'installazione di uffici, studi e laboratori per giovani imprenditori e professionisti che debbano iniziare la loro attività lavorativa a canoni d'affitto agevolati. «Sarebbe», dice Giampietro, «un utilizzo innovativo e di grande impatto economico, già sperimentato in altri territori all'avanguardia nelle politiche per l'imprenditoria giovanile come Ferrara». La proposta di Confesercenti nasce da un dato ben preciso: nei primi tre mesi del 2013 hanno aperto, nella sola provincia di Pescara, 822 nuove partite Iva, alle quali si aggiungono le centinaia di ragazzi che ogni anno sostengono esami di Stato che consentono l'accesso alle libere professioni. «È un progetto dedicato alle start-up», spiega Taucci, «il cui problema principale all'inizio sono i costi di gestione. Ogni azienda potrebbe occuparsi della sistemazione interna del proprio spazio e si potrebbero creare dei gruppi di acquisto per le utenze. Ci rivolgiamo invece a Comune, Provincia e Fondazione Pescarabruzzo nel caso ci sia la necessità di eseguire lavori di manutenzione straordinaria». Per questo, la Confesercenti chiede al Comune il blocco della vendita e l'assegnazione dello stabile a un network di associazioni, la realizzazione di un numero definito di box aziendali e un bando pubblico che consenta alle aziende di installare la propria sede legale e operativa a canone simbolico. «È un progetto», conclude Fava, «che punta anche a rivitalizzare il centro di Pescara». Confesercenti ha anche attivato una pagina sul proprio sito: www.confesercentipe.it.