Una busta con un proiettile, polvere bianca e una lettera di minacce che ha per destinatari il presidente della Regione Gianni Chiodi e il direttore generale dell'Asl Francesco Zavattaro. In calce la firma del Fronte di Giustizia Popolare, un movimento che finora non era mai comparso ma che si è presentato con frasi di questo tenore: «ve la faremo pagare», «cricca rapinatrice assassina» e «affamate le classi più povere, pagherete le vostre malefatte». Ce n'è quanto basta non solo per far scattare l'allarme antrace ma anche per stabilire l'eventuale collegamento della sigla con organizzazioni eversive: indagano i carabinieri coordinati dal capitano Livio Lupieri.
Tutto è successo ieri mattina in via Martiri Lancianesi, sede amministrativa dell'Azienda sanitaria. Sono le 11 quando all'ufficio Protocollo, fra plichi e buste che ogni giorno vengono recapitati a Chieti e hanno per destinatari tutti i presidi provinciali dell'Asl, arriva la missiva che farà scattare l'allarme e diffonderà la paura per l'antrace. A quel punto è il neo direttore amministrativo Stefano Spadano ad attivare la procedura prevista: sul posto arrivano i carabinieri della Compagnia di Chieti e gli artificieri del Comando Provinciale che in casi del genere hanno il compito di attuare la profilassi Nbcr mentre il materiale, cioè la polvere, viene repertata dai Vigili del Fuoco di Chieti e sarà inviata all'Istituto Zooprofilattico di Foggia per stabilire se si tratta di una sostanza pericolosa per la salute umana o di una polvere innocua. Il proiettile è un calibro 9 per 21, nuovo, una munizione molto diffusa che può essere utilizzata su diverse armi, dalla Beretta alla Smith & Wesson. Non sarà facile stabilire dove e a chi sia stato venduto, nè se ci sono impronte utili. I cinque dipendenti dell'ufficio protocollo venuti a contatto con la busta sono stati accompagnati dal 118 nel reparto malattie infettive del policlinico per accertamenti e dimessi senza prognosi. Nel frattempo, conseguenza non secondaria di quanto accaduto, l'ufficio protocollo dell'Asl è stato chiuso e non c'è una previsione circa i tempi per la sua riapertura. La corrispondenza che si trovava al suo interno quando è stata aperta la busta sospetta resta lì e per i prossimi giorni l'Asl dovrà di fatto allestire un nuovo ufficio protocollo in grado di soddisfare le esigenze dell'intera azienda.
«E' un gesto brutto ed è la prima volta che mi capita, non saprei cosa dire - commenta Zavattaro - Certo se si continua ad alimentare un clima disfattista contro chi gestisce la cosa pubblica, se si mette nello stesso calderone chi opera bene e chi opera male, allora si alimentano anche gesti come questo, che attribuisco al clima di tutti contro tutti che si è determinato. E' un gesto dimostrativo di contestazione che trova giustificazione in un clima allucinante in cui i fatti vengono travisati, si crea un clima di diffidenza ingiustificata e la gente che non sa più a chi credere. C'è poco senso di responsabilità anche nelle istituzioni, c’è chi semina zizzania quando, alla luce del momento che stiamo vivendo, servirebbe un gesto di responsabilità. Noi stiamo lavorando al meglio della nostra capacità, abbiamo risolto tanti problemi e altri restano aperti».
A Chiodi e Zavattaro solidarietà bipartisan: da Nazario Pagano a Silvio Paolucci, Filippo Piccone, Giovanni Legnini, Vittoria D’Incecco, oltre che da Giuseppe Scopelliti e Vasco Errani .