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Pescara, 18/12/2025
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Data: 21/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Chiodi, candidatura-bis, è Gasparri a lanciarla. La manifestazione all’Aurum di Pescara apre la campagna. «D’Alfonso? Non mi risulta che il Pd abbia fatto scelte ufficiali»

PESCARA Questa volta il lancio della candidatura di Gianni Chiodi parte da Pescara, da uno dei luoghi più identitari della città: l'ex distilleria dell'Aurum, nel cuore della Pineta dannunziana. Il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri risponde alla chiamata del Pdl. Perché Pescara è la città più grande d'Abruzzo. E perché proprio qui parlamentari ed big regionali del Pdl, da Lorenzo Sospiri a Federica Chiavaroli, chiedono al governatore uscente di affiancare alla bandiera del risanamento dei conti almeno quattro punti: la realizzazione della nuova sede della Regione (oggi si pagano 2 milioni di euro di affitti l'anno), l'ampliamento del porto, lo sblocco dei Fas e dei 20 milioni per il rilancio dell'aeroporto. Infine, ma non è l'ultimo dettaglio, si parte da qui perché è la roccaforte di Luciano D'Alfonso, il più grosso ostacolo sulla strada della riconquista della Regione. Anche se Chiodi dice: «Non mi risulta che il Pd abbia ufficializzato il suo candidato alla presidenza della Regione».
Gasparri non fa mancare i suoi assist: «Certo, gli esami non finiscono mai, ma i numeri di questa legislatura sono positivi. Chiodi ha cifre, idee e argomenti che parlano di una gestione molto seria della Regione». Poi, sul post-terremoto: «Sui fondi della ricostruzione c’è una grossa responsabilità del Comune dell'Aquila». E sui temi nazionali: «La durata del Governo è legata alle scelte si politica economica, vogliamo il blocco definitivo dell'Imu sulla prima casa». I guai giudiziari di Berlusconi: «Non siamo indifferenti all'aggressione che sta subendo». Ma non si parla più di staccare la spina a Letta.
Chiodi torna a giocare le sue carte: «Gli altri aumentano le tasse, l'Abruzzo è l'unica Regione ad averle diminuite». Il chiostro dell'Aurum è affollato da qualche centinaio di fedelissimi, esponenti del Pdl, consiglieri e assessori regionali. C'è il quadro degli ex An da ricomporre, una coalizione di centrodestra che non può permettersi di concedere pezzi all'avversario. C'è, soprattutto, l'incognita della scadenza della legislatura, ancora nelle mani di Chiodi, mentre nel Pdl si comincia a sussurrare: seconda domenica di marzo per il voto.

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