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Pescara, 16/12/2025
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Data: 21/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Idem, voci di dimissioni ma lei dice: chiarirò tutto. Si muove la Procura. La ministra nei guai per l’Ici non pagata e per il cambio d’uso della casa-palestra: solo 7 tessere, di cui tre intestate al marito

RAVENNA Santerno è un paese di duemila anime tra campi e vigneti, ha un bar, una chiesa e una palestra fantasma. E’ quella di Josefa Idem, la ministra che stando agli accertamenti del comune avrebbe scantonato l’Ici e con un abile intervento di cambio d’uso censito l’edificio come abitazione. Un doppio illecito insomma, tributario ed edilizio, sul quale la procura ravennate è intenzionata a svolgere approfondimenti. Quanto basta per innescare le voci di dimissioni. «Chiarirò tutto, non mi faccio da parte», comunica la campionessa pluriolimpica al presidente del consiglio. Una breve telefonata per ora sufficiente ad arginare la valanga politica che l’ha travolta: «Mi fido di ciò che ha detto il ministro Idem», fa sapere Enrico Letta. Ma la vicenda è solo all’inizio.
PORTE SBARRATE

La fantomatica palestra è in Carraia Bezzi, una stradina di campagna dove nessuno sente la necessità di darsi allo sport. Tanto che in paese non si ricordano di averla mai vista aperta. Si chiama «JaJo gym» e l’insegna all’ingresso motiva la potenziale clientela: «La vostra prestazione è la nostra passione». Ma il cancello è chiuso e il telefono squilla a vuoto. «Qui non c’è mai nessuno», dice un signora che passa in bicicletta. La gestione è affidata all’Associazione dilettantistica canoa kayak Standiana: le tessere sono solo sette, tre delle quali intestate a Guglielmo «Cicci» Guerrini, prima allenatore e poi marito del ministra. La villa in cui abitano con i due figli è poco più avanti, lungo l’argine: alberi carichi di ciliegie, innaffiatoi in funzione e imposte serrate. Qui è nota come «casa Idem». Peccato che, per il comune, l’ex canoista risulti residente nella palestra di Carraia Bezzi. Stando ai documenti relativi agli accertamenti, «con versamenti effettuati nel 2012 la contribuente ha corrisposto l’Imu come abitazione principale». Con un notevole risparmio: considerata l’aliquota del 5 per mille, la detrazione di 200 euro oltre ai 50 euro per ogni figlio a carico, la Idem avrebbe pagato più o meno 800 euro anziché i 2.300 euro da seconda casa sfitta. Perché l’immobile, con un efficace cambio d’uso, è registrato alla voce abitazione benché al piano terra ospiti la palestra. Insomma, un bel pasticcio.
IL FARO DELLA PROCURA

Una vicenda opaca al punto tale da allertare i magistrati. «La procura è molto interessate al caso e attende i documenti», trapela dal palazzo di giustizia. Gli sviluppi vengono seguiti con attenzione, «se non ci arriveranno le carte andremo a chiederle noi per verificare eventuali reati». L’ipotesi potrebbe essere quella di abuso edilizio. La dependance dell’edificio è infatti un’attività commerciale, una palestra a tutti gli effetti con attrezzi e corsi publicizzati sul web «per combattere lo stress, scacciare l’ansia e le preoccupazioni». Ma secondo i documenti ufficiali «l’unità immobiliare è unica ed è censita, anche catastalmente, come abitazione». Quando la Idem ha annunciato la sua candidatura nel Pd, si è resa conto che quella palestra poteva essere il suo scheletro nell’armadio e ha cercato di mettersi in regola almeno con l’Imu grazie a un «versamento a titolo di ravvedimento operoso». Il marito Cicci Guerrini liquida la questione: «E’ stata una dimenticanza». Bella grossa, dicono in comune.

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