PESCARA La Regione difende il finanziamento previsto dal progetto Lavorare in Abruzzo 3, che assegna 880 mila euro, provenienti dai fondi sociali europei, alla società che gestisce l'Aeroporto dei Parchi dell'Aquila (leggi l'articolo). Sotto la lente è finita la Xpress, del calabrese Giuseppe Musarella: nonostante lo scalo di Preturo non sia mai decollato, ha ottenuto gli incentivi della Regione finalizzati alla creazione di 60 posti di lavoro. La Xpress aveva annunciato che l'inaugurazione del primo volo sarebbe avvenuta a luglio, ma ad oggi mancano ancora le autorizzazioni per i voli commerciali e non è stata definita alcuna rotta. «Non so neanche chi siano i signori che gestiscono l'aeroporto di Preturo - si difende l'assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti -. D'altronde non è il mio lavoro, io mi sono limitato a fissare i parametri per il bando e una commissione ha effettuato delle scelte sulla base di requisiti oggettivi». Ai fini della graduatoria, le aziende hanno ottenuto tre punti per ogni assunzione. La Xpress ha garantito la creazione di 60 posti di lavoro ed ecco spiegati i 195 punti che sono valsi alla società di gestione aeroportuale il quinto finanziamento più ingente tra i 75 accordati. Resta il fatto che oltre un decimo degli 8 milioni di euro complessivamente stanziati è finito ad una società che non sembra avere grandi prospettive di crescita, soprattutto alla luce del piano per lo sviluppo aeroportuale, varato dall’ex ministro Corrado Passera, che salva solo 31 aeroporti di interesse nazionale e stabilisce che gli scali con un traffico inferiore a 500 mila passeggeri siano chiusi o trasferiti alle Regioni. «Le società che hanno ottenuto i finanziamenti devono presentare delle fideiussioni - assicura Gatti -. Se la Xpress non assume 60 persone, come si è impegnata a fare, i fondi non li prende e se licenzia i lavoratori dopo 10 giorni o anche dopo 6 mesi, dovrà restituirci i soldi». Secondo l'assessore al Lavoro, dunque, non si corre alcun rischio di sperpero delle risorse pubbliche. La Cna regionale, tuttavia, nei giorni scorsi ha contestato i criteri che hanno guidato la selezione dei progetti da finanziare. Al di là di casi come quello dell'aeroporto aquilano, nel mirino della confederazione artigiana è finita l'eccessiva concentrazione delle risorse, confluite nelle casse di una ristretta rosa di aziende: una dozzina di imprese, infatti, ha assorbito ben 7 degli 8 milioni di euro disponili. Sono state escluse, invece, 1.168 piccole e micro imprese, che a giudizio della Cna avrebbero generato 2 mila nuove assunzioni. «Lavorare in Abruzzo 3 era calibrato sulle grandi aziende - ribatte Gatti -. Le prime due edizioni erano state promosse per finanziare le piccole imprese, mentre in questa occasione ci è sembrato giusto fornire un sostegno anche a chi è pronto ad assumere più di 20 o 30 persone».